Sentieri «proibiti», denunciata la Sat di Arco

Rampichino contro scarpone, escursionisti contro biker. Non c’è pace sui sentieri di montagna. La Sat colloca cartelli che sembrano di divieto e Carlo Argentieri denuncia la Sat per apposizione di «segnaletica abusiva/non conforme»

Rampichino contro scarpone, escursionisti contro biker. Non c’è pace sui sentieri di montagna. La Sat colloca cartelli che sembrano di divieto e Carlo Argentieri denuncia la Sat per apposizione di «segnaletica abusiva/non conforme».

Argentieri, presidente di Garda on bike, titolare di Garda bike shop e Bike service, tra i fondatori dell’Unione bikers trentini, è intervenuto ieri, a titolo personale, presentando il testo della denuncia alla polizia locale. Ad andare di traverso all’esponente del mondo delle due ruote da montagna, i cartelli triangolari bordati di rosso con al centro le impronte di due piedi umani e ai lati la scritta trilingue «solo a piedi», apparsi di recente all’inizio di diversi sentieri.

«Sono cartelli non conformi - ha spiegato Argentieri - e la Sat non ha diritto di apporre dei divieti». Di diverso avviso il presidente della Sat di Arco, Fabrizio Miori, che replica «infatti non sono divieti ma inviti a usare i sentieri in maniera consona. Non c’è nessun divieto ma un invito in tre lingue. È un triangolo di attenzione». Secondo Miori la scritta «solo a piedi» «non dice - osserva il presidente della Sat - che non si può andare in bici ma di fare attenzione ai pedoni. I divieti sono un’altra cosa. Se ci ha denunciato per questo deve guardare bene».

Ma Argentieri è chiaro: «Qua si lede un diritto dei cittadini e inoltre si sta facendo un grave danno all’economia turistica altogardesana. Quando ci saranno dei cartelli di divieto veri e i bikers caleranno drasticamente ci sarà un crollo dell’economia turistica altogardesana e sarà tardi». Ieri, dopo aver notato la nuova segnaletica, ha preso carta e penna e ha scritto: «Con la presente intendo denunciare l’apposizione di cartelli non conformi alla legge, ossia in modo abusivo da parte della Società alpina tridentina sul territorio altogardesano, in particolare nella zona del monte Velo, San Giovani, Arco».

«Il cartello - chiarisce ulteriormente Argentieri - non è nemmeno conforme alla legge visto che i segnali di divieto devono essere tondi. Ed essendo un divieto che limita la percorribilità non può essere apposto dalla Sat ma dall’autorità competente». Argentieri si meraviglia che nessun sindaco o ente di promozione turistica abbia fiatato. «Al di là del discorso dei diritti, non può essere la Sat a mettere questi cartelli, soprattutto in questo momento, in una zona di richiamo mondiale per i mountain bikers. I sindaci avrebbero dovuto intervenire subito per stoppare questa iniziativa che era stata sponsorizzata dalla Sat nei giorni scorsi. L’unico a intervenire è stato il presidente di InGarda, Marco Benedetti, che ha detto che se la Sat vuole metterli, faccia, ma che sbaglia. Ma qua siamo fuori dalla legge e nessuno si è mosso: immobilità totale, la Sat è un tabù, non si muove nessuno... e allora la denuncia l’ho fatta io».

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