Bruciò per gelosia l'auto della rivale, condannata

Costa cara ad una 27enne di Cavedine un attacco di "bruciante" gelosia nei confronti del suo ex fidanzato che aveva avuto un'avventura con un'avvenente barista straniera

Costa cara ad una 27enne di Cavedine un attacco di "bruciante" gelosia nei confronti del suo ex fidanzato che aveva avuto un'avventura con un'avvenente barista straniera. La donna ieri è stata condannata per calunnia e danneggiamento con incendio a 2 anni e 4 mesi di reclusione. L'imputata dovrà anche risarcire i danni provocati incendiando l'auto della rivale (quantificati in 12 mila euro più 2.500 euro di spese legali); e i danni morali patiti dall'ex fidanzato ingiustamente accusato di aver appiccato le fiamme (2.000 euro più spese legali). Le parti civili erano difese dagli avvocati Marco Vernillo e Nicola Benvenuto.

La vicenda prende le mosse dal più classico dei tradimenti. Lui, un quarantenne, avrebbe tradito la sua giovane fidanzata con una barista straniera. Fin qui biasimevole, ma non illegale. Non sorprende neppure che la sua fidanzata scopra il tradimento e vada su tutte le furie. Come da copione lui ammette, chiede perdono, promette che non lo rifarà. Ma a lei le scuse pare non siano bastate. In via Bresciani ad Arco nel luglio 2009 brucia, facendo uno scoppio impressionante, la Opel della barista. L'auto va distrutta, ma per fortuna nessuno si fa del male.

Alcuni mesi dopo ai carabinieri di Lasino l'ex fidanzata tradita dichiara che ad appiccare il fuoco era stato il suo ex compagno: sostiene che fu lui a confidarlo giustificando il gesto come una vendetta per essere stato a sua volta tradito dalla barista. Ma l'uomo viene poi assolto e i carabinieri scoprono, grazie ad un'indagine sulle celle telefoniche, che ad appiccare le fiamme potrebbe essere stata la ragazza che dunque avrebbe calunniato l'ex fidanzato.

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