La storia

Baby vandalo a lezione da Trentino Trasporti: la società, parte offesa, gli propone un corso di formazione

L'attività rientra nel percorso di messa alla prova per favorire la rieducazione del minorenne. Il ragazzino aveva danneggiato i bagni della stazione ferroviaria di Pergine Valsugana, tre anni fa

di Marica Viganò

TRENTO. In un contesto sociale che tendenzialmente ragiona per schemi, vede il mondo in bianco e in nero senza sfumature e divide le persone in "buone" e in "cattive", emergono anche storie partite male e che si evolvono in maniera positiva. Un esempio è la vicenda del ragazzino che esattamente tre anni fa ha imbrattato i bagni e svuotato l'estintore che si trovava nella hall della stazione ferroviaria di Pergine Valsugana. La parte offesa, ossia Trentino Trasporti, ha offerto al responsabile dei danni di partecipare ad una serie di incontri di formazione sul tema della sicurezza.

La proposta è inserita in un percorso di messa alla prova, che punta al recupero del minore: niente multe o condanne alla reclusione, ma interventi educativi che invitano a prendere coscienza dello sbaglio affinché la condotta errata non venga più ripetuta. Prevale la finalità rieducativa che punta al reinserimento sociale, grazie all'impegno di più attori, dal tribunale, ai servizi, al territorio. Il tribunale per i minorenni di Trento, a fronte dell'esito positivo della prova, ha dichiarato estinto il reato e dunque non luogo a procedere nei confronti del giovane imputato. Il ragazzo, sulla base di un percorso personalizzato che ha tenuto in considerazione le sue inclinazioni e i suoi interessi, ha seguito un corso di formazione per il lavoro, ha partecipato ad un tirocinio presso il Centro per l'impiego ed è stato inserito in un progetto di volontariato. Ma non è stata una strada in discesa, perché nei primi tempi è emersa la fatica del giovane a rispettare orari e impegni. Con il passare dei mesi tuttavia c'è stato lo scatto in avanti. Il ragazzo, prendendo via via coscienza dell'opportunità fornita, ha anche partecipato al corso proposto dalla parte offesa.

«L'obiettivo nostro, concordato con il Servizio di giustizia riparativa, è stato di instaurare un rapporto con chi ha commesso il vandalismo. Come società pubblica abbiamo maggiormente il dovere di far comprendere al minore che ha sbagliato che il bene pubblico è di tutti, che devastandolo si fa un danno alla comunità - spiega il presidente di Trentino Trasporti Diego Salvatore - La pena non è risolutiva e a maggior ragione per i minorenni la strada è quella della riabilitazione, non della punizione».

Trentino Trasporti, che ha in tal senso avviato altre attività in accordo con il tribunale dei minori, è la prima società che entra in un procedimento come parte offesa non per chiedere un risarcimento, ma per cercare un costruire un rapporto costruttivo con chi ha sbagliato, in modo che l'errore venga compreso per non commetterlo più.

La rieducazione della messa alla prova ha avuto effetti positivi anche per due amici, entrambi minorenni all'epoca dei fatti, che nell'estate del 2022 avevano preso di mira alcuni coetanei costringendoli sotto minaccia a consegnare i soldi, rubando loro gli zaini, portando via le chiavi di casa. Accusati di furto e di estorsione sono finiti davanti al giudice.

«So di aver fatto qualcosa che non dovevo fare» ha ammesso uno. «Ho fatto un errore» ha detto il complice. Il ragazzo più grande, divenuto nel frattempo maggiorenne, ha promesso di impegnarsi «per mettersi a posto». Ma nel primo periodo ha faticato, e non poco: nessuna costanza nelle attività, assenze non sempre giustificate.

L'iniziale indifferenza si è però trasformata in un coinvolgimento sempre maggiore nelle attività proposte nell'ambito del percorso di messa alla prova, nel caso specifico la partecipazione ad un'associazione e all'attività di volontariato.

Il giovane ha capito che il tribunale ancor prima di giudicarlo gli ha dato un'opportunità: quella di comprendere l'errore e superarlo, investendo le proprie attitudini, le proprie conoscenze ed energie in attività che lo aiutano a crescere e che gli regalano soddisfazione. Il ragazzo non si è tirato indietro quando è stato coinvolto nelle pulizie dei locali dell'oratorio, né quando gli hanno chiesto di distribuire i pacchi gli utenti più bisognosi.

«È stato molto rispettoso delle persone che accedono al servizio e degli operatori» hanno dichiarato le associazioni presso cui ha collaborato. Il ragazzo ha espresso il suo impegno a rimanere lontano dai guai. E l'ha dimostrato concludendo con esito positivo il percorso: per questo il tribunale ha dichiarato di non doversi procedere nei suoi confronti e neppure nei confronti dell'amico e complice. Anche quest'ultimo inizialmente aveva dimostrato disinteresse verso le attività a lui proposte, ma al compimento dei 18 anni ha capito che era arrivato il momento della svolta e, con l'obiettivo di trovare un lavoro, ha preso contatti con il Centro per l'impiego e si è iscritto al corso per la patente. Grazie all'aiuto del padre ha poi intrapreso un percorso di fede.

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