Addio a una prof dal grande cuore: l’istituto Pergine 1 piange Barbara Capoccia
L'ultimo saluto a questa donna dal cuore grande sarà dato oggi, 13 maggio, nella chiesa parrocchiale di Sardagna alle 14.30: saranno sicuramente in tanti a stringersi intorno al marito Dimitri, ai genitori Vittoria ed Ettore e a tutta la sua famiglia
PERGINE. Un «sublime esempio di attenzione all'altro e di solidarietà»: non sono parole che si spendono per chiunque, quelle scelte dalla dirigente, dagli studenti, dai docenti e dal personale dell'Istituto comprensivo Pergine 1, per piangere Barbara Capoccia, insegnante di inglese di 48 anni, scomparsa prematuramente a causa di una lunga malattia portata e sopportata con grande forza e coraggio. Tanto che fino al giorno prima delle vacanze pasquali la docente era regolarmente al lavoro, per trasferire ai propri alunni quel sapere che non era solo una professione, ma una passione portata avanti con grande competenza e metodi all'avanguardia.
Barbara Capoccia, di origini laziali ma residente a Sardagna di Trento dove era sposata con Dimitri Berloffa (dipendente di Asis), insegnava infatti alla scuola media Andreatta, Istituto comprensivo Pergine 1, da oltre vent'anni: precisamente, dal 2001.
A ricordarlo è la dirigente Daniela Fruet: «Barbara, di cui sono stata anche collega, era una persona eccezionale perché, oltre alle competenze e ai metodi sempre all'avanguardia, si era fatta promotrice negli anni, per la scuola e con l'associazione Orient@menti, di Torino, di un progetto di solidarietà dal titolo "Tra cielo e terra" con cui aiutiamo una scuola del Ladakh, regione settentrionale dell'India. Durante l'anno realizziamo molte iniziative di raccolta fondi a favore degli scolari indiani, con cui i nostri ragazzi si scrivono lettere e mandano video, in un vero e proprio gemellaggio. Barbara Capoccia era l'anima di tutto questo: una donna eccezionale, di grande forza ma anche capace di donare forza agli altri».Intorno al progetto di solidarietà che va avanti da molti anni, spiega Daniela Fruet, la docente aveva saputo raccogliere e motivare colleghi, alunni, famiglie: «È venuta a scuola fino al giorno precedente le vacanze pasquali, sempre calibrando tutto coi suoi impegni medici».
E la prof era presente a fine marzo all'inaugurazione della mostra fotografica "Trentino e Ladakh: una lunga amicizia" esposta nella sede perginese della Fondazione della Cassa rurale Alta Valsugana. Un legame testimoniato anche dalla scelta dei suoi congiunti di raccogliere fondi proprio a favore della Odv Orient@menti oltre che della Lilt di Trento.
D'altra parte, proprio nel Ladakh sia la docente sia il marito avevano conosciuto l'associazione "Orient@menti", sposando subito e con entusiasmo le iniziative portate avanti, spendendosi molto per creare e finanziare un ostello a supporto della scuola, dato che il posto è davvero selvaggio e il tragitto da casa a scuola e ritorno grandemente problematico.Barbara, che viveva a Trento dove aveva studiato, ed era appassionata di viaggi, di montagna, di sci e di fotografia, aveva conosciuto Dimitri, che sarebbe diventato suo marito, in occasione di un corso di inglese.Lui, alpinista e viaggiatore, socio della sezione Sat di Sardagna, avrebbe voluto migliorare la conoscenza della lingua: l'insegnante era proprio lei e così era nata la loro storia. Dimitri le aveva trasmesso poi "el mal del campanìl", l'amore per Sardagna, così Barbara divenne sardagnola a tutti gli effetti, compresa l'iscrizione alla Sat.
Tifosa dell'Itas Trentino Volley, la prof seguiva anche il campionato, come ricorda un'amica, che la descrive come «una persona riservata ma molto amichevole che, una volta rotto il ghiaccio, condivideva in toto la sua sfera fatta di letture, di chiacchiere, di montagna, di fotografie». L'ultimo saluto a questa donna dal cuore grande sarà dato oggi, 13 maggio, nella chiesa parrocchiale di Sardagna alle 14.30: saranno sicuramente in tanti a stringersi intorno al marito Dimitri, ai genitori Vittoria ed Ettore e a tutta la sua famiglia.