Urbanistica / Il caso

Giù le mani da San Cristoforo: il Coordinamento contro il Comune di Pergine per la variante "Teatro tenda"

Le otto associazioni  inviano le nuove osservazioni alla delibera: «Non è provato il pubblico interesse, e l’area va tutelata»

PERGINE. Riparte la battaglia per salvare l’area verde di San Cristoforo, con le nuove osservazioni da parte del Coordinamento per San Cristoforo alla Delibera Comunale di Pergine Valsugana n. 38 del 30 ottobre 2024 - Variante Urbanistica "Teatro Tenda".

Sabato 9 novembre il Coordinamento per San Cristoforo ha inviato delle osservazioni alla Delibera Comunale di Pergine Valsugana n. 38 del 30 ottobre 2024 agli organi competenti del Comune di Pergine e della Provincia Autonoma di Trento con il sostegno di 8 associazioni e movimenti del territorio: Sezione trentina di Italia Nostra, Extinction Rebellion del Trentino, Circolo di Trento di Legambiente, A.P.E. Associazione per l’ecologia, ENPA del Trentino, WWF Trentino - Alto Adige Südtirol, LIPU del Trentino e PAN-EPPAA.

Il Coordinamento e le associazioni «esprimono forti perplessità e critiche nei confronti

dell’adozione definitiva della Variante 01/2024 al Piano Regolatore Generale per recepimento accordo urbanistico ex art. 25 L.P. 15/2015, denominato “Teatro Tenda” per la mancanza di chiarezza e di reale beneficio pubblico, nonché per l’assenza di un’adeguata pianificazione e valutazione degli impatti.

In particolare – scrivono – rileviamo risposte parziali, o del tutto assenti, da parte dell’amministrazione comunale di Pergine sia alle osservazioni alla prima adozione della Variante presentate dal Coordinamento sia a quelle degli uffici competenti della PAT.

Nelle sue osservazioni, il Servizio Urbanistica e Tutela del paesaggio della PAT affermava infatti: “attraverso lo strumento della pianificazione negoziata (art. 25 della LP 15/2015) si ribadisce che è necessario procedere, attraverso anche una valutazione estimativa, alla ponderazione dei benefici pubblici (che comprendono anche aspetti non puramente economici bensì riferiti al rilevante interesse pubblico) e privati; non si tratta quindi di pura ricollocazione delle potenzialità edificatorie attualmente previste dal prg”».

Alla luce della richiesta formulata dagli organi provinciali, il Comune ha predisposto una "Relazione di stima e valutazione del beneficio pubblico" che presenta evidenti criticità.

«Riteniamo – scrivono le associazioni – che la stima non dimostri affatto l'interesse pubblico e che non siano state adeguatamente valutate le alternative per l'acquisizione del Teatro Tenda, considerato "strategico" pur in assenza di un progetto definito del quale valutare l'interesse pubblico. Riconosciamo la necessità di demolire la struttura tensostatica del Teatro Tenda ma crediamo che l’area, interclusa tra costruzioni alte cinque piani, in gran parte in assenza di servizi al pian terreno, non abbia un valore così strategico per la Comunità, nemmeno per realizzare un’ipotetica piazza, vista la presenza nelle immediate vicinanze di altri luoghi di aggregazione, come piazza Gavazzi e piazza Garibaldi, ben più pregiati anche dal punto di vista architettonico e storico.

Per quanto riguarda l’area di San Cristoforo, riteniamo che il valore intrinseco del luogo, una zona lacustre di grande valore storico e ambientale, contrasti fortemente con l’inserimento di edifici commerciali, che determinerebbero, oltre al consumo di suolo, un appesantimento del traffico (auto e camion per i rifornimenti) e dell’inquinamento atmosferico e acustico in un’area che ha bisogno di tutt’altro. Non è affatto chiaro come nuove attività commerciali dovrebbero supportare la vocazione turistica della frazione che già dispone di numerosi servizi.

Inoltre, anche nelle osservazioni del Servizio Urbanistica e Tutela del paesaggio della PAT emerge la necessità di valutare “la compatibilità con la delicatezza e la fragilità del contesto del carico antropico che un insediamento commerciale di tale metratura può generare” mentre il Servizio Artigianato e Commercio ribadisce “una attenta valutazione delle questioni di carattere viabilistico” in quanto il nuovo edificio potrebbe “comportare un carico urbanistico in termini di traffico, inquinamento e rumorosità non indifferente”.

L’unica risposta da parte dell’amministrazione comunale a queste criticità è stata un cambio di destinazione di 400mq di SUN previsti a San Cristoforo a “funzioni direzionale, ricettivo e altri servizi”, senza portare alcuna valutazione riguardo l’inevitabile maggior carico di traffico come esplicitamente richiesto dal Servizio Artigianato e Commercio. È legittimo chiedersi se questo cambio di destinazione sia sufficiente a evitare le criticità espresse o se addirittura possa aumentarlo.

Facciamo poi notare – dicono i comitati- che l’amministrazione comunale giustifica l’intervento edificatorio nell’ambito 2 facendo riferimento a idee progettuali datate 2008 (Piano Pizzi) e 2011 (Concorso di idee: progettare il lungolago). Riteniamo che questi progetti, mai realizzati né approvati dall’amministrazione comunale a causa del loro stesso sovradimensionamento, siano obsoleti e non siano più adeguati all’attuale contesto climatico, sociale e turistico. L’amministrazione inoltre giustifica il nuovo insediamento per migliorare le “condizioni disagiate sotto il profilo della dotazione commerciale degli abitati di Roncogno, Costasavina, Susà, Valcanover, Canale” che distano, soprattutto i primi, diversi chilometri da San Cristoforo. E’ molto vago il motivo per cui il nuovo edificio commerciale dovrebbe essere considerato vantaggioso per gli abitanti di queste frazioni, quasi tutte dotate di una Famiglia Cooperativa e/o con altre attività commerciali molto più vicine. Oltre alla superficie del nuovo edificio, bisogna considerare l'ulteriore consumo di suolo destinato alla realizzazione di parcheggi, sia per la nuova struttura commerciale che per uso pubblico. Questo consumo è solo parzialmente bilanciato dall’ampliamento del parco di San Cristoforo, previsto dall’amministrazione, che serve anche a compensare l’espansione del centro nautico, già approvata dal comune».

La conclusione: «Riteniamo che, viste le tante criticità esposte, l’area di San Cristoforo non sia idonea come “area di atterraggio” di crediti edificatori legati allo strumento della perequazione e che non ci siano i presupposti per dimostrare un interesse pubblico.

Infine, la variante è stata adottata senza un dialogo strutturato e costruttivo con la popolazione e le associazioni locali, limitandosi a una presentazione pubblica che non ha

dato spazio a un confronto reale. Un processo decisionale inclusivo e trasparente è fondamentale per progettazioni che influenzano la qualità della vita e l'identità del territorio. Questa Variante Urbanistica, per come è stata concepita, rappresenta una visione frammentaria e opportunistica dello sviluppo territoriale. Pergine necessita di una

pianificazione coerente e sostenibile che rispetti il paesaggio, preservi l’ambiente e tuteli la qualità della vita. Chiediamo all’Amministrazione di considerare seriamente le alternative e di rivedere i progetti con una prospettiva di lungo termine, rispettosa dell’identità locale e dei suoi valori storici e naturali».

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