Agricoltura / Il bilancio

Sant'Orsola: risultato positivo nonostante l’eccesso di offerta, 38 milioni liquidati ai soci

Risultato positivo nonostante l’eccesso di offerta e il conseguente calo di prezzi causato dalla siccità. Il fatturato ha superato gli 87 milioni di euro, ma il Cda ha scelto di contenere l’utile da destinare a riserva per garantire ai frutticoltori una adeguata remunerazione

ASSOMELA Scontro con l'Ue

di Luigi Oss Papot

PERGINE. Assemblea per la cooperativa Sant'Orsola che ha chiamato a raccolta 732 soci su 763 (204 i presenti di persona o per delega) per il classico appuntamento annuale. Assemblea nella quale si è approvato il bilancio del 2022 e sono stati illustrati, da parte del presidente Silvio Bertoldi e del direttore Matteo Bortolini, i prossimi passi per l'anno in corso.Il bilancio, anzitutto: nonostante l'anno difficoltoso sia per quanto riguarda la siccità ed i cambiamenti climatici, sia per gli effetti sull'economia della guerra in Ucraina (con ricadute, per la coop, sui costi aziendali per l'aumento del costo dell'energia, la crescita dell'inflazione e dei tassi di interesse), la chiusura a fine anno è stata in positivo.

L'utile netto può apparire risicato, 19.256 euro, ma si tratta di un risultato determinato dalla scelta del Cda di difendere la remunerazione dei soci: che è stata di quasi 38 milioni di euro a fronte di una produzione di 5.400 tonnellate di piccoli frutti, a cui si sono aggiunte 3.200 tonnellate di mele e pere. Il documento contabile approvato ieri dai soci registra un valore della produzione complessiva (il fatturato) pari a 87.711.000 euro, in aumento rispetto al 2021 quando si attestò a 82.813.000 euro.

La scelta del Cda di difendere la remunerazione dei soci, accantonando meno a riserva, va spiegata: l'anomalo andamento climatico del 2022 ha concentrato le produzioni frutticole in pochi mesi, provocando un eccesso di offerta compressa in un periodo breve e ciò ha finito per posizionare il prezzo di mercato a livelli non soddisfacenti. Inoltre, la siccità straordinaria registrata ha finito per attestare la produzione su valori inferiori alla media.

«La nostra cooperativa tuttavia - ha ricordato il presidente Bertoldi - ha saputo trovare le risorse umane interne ed individuare le strategie adatte per contrastare l'instabilità del mercato: abbiamo posto più che mai al centro di ogni iniziativa la difesa del reddito delle aziende produttrici per salvaguardare il risultato promesso ad ogni socio e per chiudere il difficile bilancio 2022 in modo positivo. Ciò è stato possibile anche grazie ai nostri soci del sud Italia». Nel 2022 le ricerche sui consumatori compiute da agenzie specializzate hanno dimostrato come sia comunque cresciuta la tendenza favorevole al mercato dei frutti di bosco. In particolare, si è avuto un incremento del 4,5% dei volumi di acquisto nel settore.

Una tendenza che pare confermata anche per l'anno in corso: «C'è qualche timore legato alla siccità - prosegue Bertoldi - quest'anno tuttavia la partenza è comunque migliore rispetto all'anno scorso. Nel sud Italia i nostri soci sono già in piena raccolta da un mese o anche più, e questo ci ha garantito che la produzione non sia concentrata in poco tempo, come avvenuto nel 2022, stabilizzando il mercato fin da subito. Le pezzature e le quantità sono più che buone. La cooperativa riesce anche ad attirare nuovi soci in un panorama generale che ha invece visto la chiusura di molte attività nel nostro settore».

Il direttore Bortolini ha inoltre chiarito i prossimi passi da compiere: «La nostra società ha deciso di avviare analisi e ricerche destinate a introdurre una maggiore meccanizzazione e a ottenere più resa in campagna, rimanendo comunque ben saldo il principio aziendale della completa sostenibilità dell'intera filiera. Analizzando le necessità principali emerse, si evidenzia fin d'ora il bisogno di rinnovare e di innovare soprattutto nel settore degli impianti serricoli per dotarci di strutture adatte a reggere i mutamenti di natura climatica».

Sempre in materia di sostenibilità, sono previsti ulteriori investimenti per la produzione di energia elettrica grazie a pannelli fotovoltaici sui tetti degli stabilimenti (a Cirè e Zivignago): tra quelli già in funzione, quelli in posa ora e quelli previsti, la spesa sfiora il milione di euro per 9.000 metri quadrati di superficie totale interessata.

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