Una comunità in festa per don Guido Avi: 105 anni

Il popolare “don Torta” è il prete più anziano della Diocesi di Trento e vanta oltre 80 anni di sacerdozio

di Luigi Oss Papot

PERGINE. Oggi don Guido Avi spegne sulla torta 105 candeline: un compleanno da record, per uno dei sacerdoti più conosciuti non solo nella Diocesi di Trento. Diocesi nella quale detiene il record di prete più anziano, e con alle spalle quasi 81 anni di sacerdozio. Ma per il popolo, don Guido è più affettuosamente "don Torta", soprannome affibbiatogli quando, nel primo dopoguerra, si adoperò per dare una chiesa al rione di Cristo Re a Trento raccogliendo fondi anche con le aste delle torte.

Da qualche anno don Guido si dedica ai ricordi, come dice spesso, nel "buen retiro" nella casa natale di Vigalzano, che domina il lago Pudro: ha scritto, alla soglia dei 100 anni, un libro con la sua storia per raccogliere fondi da devolvere alla Caritas di Spoleto-Norcia, per il terremoto del 2016; ma ora, con le comprensibili forze che può avere una persona di questa età (la testa non rispecchia sicuramente la carta d'identità per lo spirito e le capacità), ogni giornata è un inno di ringraziamento al Signore.

E festeggiando il compleanno nel giorno degli innamorati, non poteva essere altrimenti.

Nato il 14 febbraio 1918 da papà Angelo e da mamma Domenica Mattivi, venne ordinato sacerdote il 2 marzo 1942, quando infuriava la seconda guerra mondiale: e proprio alla guerra è legato un episodio dei primi anni di sacerdozio di don Guido (che lui stesso ha ricordato nel suo libro autobiografico, scritto alle soglie dei 99 anni). Nel 1943 era infatti viceparroco a Noriglio (vi rimase dal 1942 al 1943), paese abbarbicato sulle montagne sopra Rovereto. Il 21 settembre di quell'anno, in piena notte, bussarono alla canonica due soldati, un inglese ed un australiano, Harold Peterson -13° battaglione di fanteria dell'Australian Imperial Force - e James Arthur Riccomini -arruolato nelle Guardie Scozzesi e poi nella 26ma compagnia in Nord Africa e in Medio Oriente-, che per scampare alla deportazione nei lager erano riusciti a gettarsi dal treno in corsa nei pressi di Rovereto e rifugiarsi proprio sulla montagna di Rovereto. Don Guido non si tirò indietro: li accolse, li rifocillò e fece in modo che in tutta sicurezza potessero andare verso est, verso la libertà, il giorno successivo.

Dopo una parentesi come vicario parrocchiale a Rovereto in Santa Maria (1943-1947), la forza d'animo di don Guido è ancora ricordata nel rione di Cristo Re a Trento, dove col motto di "datemi una torta e vi costruirò una chiesa" fu il motore della costruzione della chiesa di quel rione. Da quel momento fu per tutti "don Torta", e vi rimase per oltre vent'anni (1947-1968). Dopo esser stato parroco ad Albiano (1968-1975) e a Baselga del Bondone (1976-1990), nel 1983, presiedendo un comitato, fu anche l'artefice della costruzione della chiesetta di Kamaovrunt in Valle dei Mocheni.

Andato in "pensione", ha continuato a collaborare nelle parrocchie del perginese finché con la sua auto ha avuto la possibilità di guidare (fino a 100 anni compiuti).

Domenica prossima a Vigalzano, dopo la messa delle 9.30, i volontari locali hanno organizzato un momento di festa.

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