Sport / La rottura

Niente Olimpiadi a Piné, Deville si dimette da presidente della Federazione ghiaccio: “Nauseato”

“Ritengo impossibile proseguire il mio mandato - spiega - essendo venuta meno la fiducia necessaria nei confronti delle istituzioni politiche e sportive con cui è doveroso interloquire per il buon svolgimento del lavoro necessario al conseguimento degli obbiettivi posti alla base della mia presenza in Federazione”

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PINÉ. «Enorme danno di immagine» per il Trentino, «clamoroso schiaffo» per le società sportive e per il mondo del volontariato, «assordante silenzio» in merito a «decisioni incomprensibili». Non lascia nulla di sottinteso Paolo Deville nella lettera scritta venerdì - poche ore dopo la visita di Malagò a Baselga di Piné e l'ufficialità del no alle Olimpiadi sull'altopiano - per spiegare la dimissioni irrevocabili da presidente del Comitato trentino Fisg, Federazione italiana sport del ghiaccio.
«Ritengo impossibile proseguire il mio mandato - si legge - essendo venuta meno la fiducia necessaria nei confronti delle istituzioni politiche e sportive con cui è doveroso interloquire per il buon svolgimento del lavoro necessario al conseguimento degli obbiettivi posti alla base della mia presenza in Federazione».
Paolo Deville, la sua delusione è tutta nella direzione della politica? Il problema è la mancanza di visione di chi doveva avere più coraggio e più contezza di che cosa è lo sviluppo di un territorio che attraverso l'Olimpiade avrebbe avuto una occasione unica e spettacolare sotto tutti i punti di vista. Non dimentichiamo che in Europa contiamo sulle dita di una mano gli impianti come quello di Baselga.
La decisione di lasciare tutto è arrivata subito dopo l'annuncio di venerdì del presidente del Coni. Le reazioni alle dimissioni non si sono fatte attendere e in molti le hanno manifestato il loro sostegno. Immaginiamo che non siano giorni emotivamente facili per lei…

Invece sono sereno. La mia è una presa di posizione che in Italia normalmente non viene considerata. Sono talmente nauseato che non trovo alcuna motivazione per poter andare avanti, anche se non è per nulla divertente ciò. Detto questo, il mondo va avanti anche senza di me. Ogni papa ha un successore ed io non ho né l'ambizione né l'onore di essere un papa. Quello che conta è altro: conta la sconfitta del Trentino.
Nella lettera di dimissioni lei scrive che ha perso la fiducia nei confronti delle istituzioni sportive e politiche. Sostiene che «la serietà in Italia è spesso una parola non presente nel vocabolario». Parole chiare e decisamente forti.
Che la mia presa di posizione non sia dolce ne sono perfettamente cosciente, ma non ho scritto con rabbia: le mie parole sono state meditate, ho perso la fiducia nei confronti di chi ha preso in giro il movimento del ghiaccio e il Trentino. Lo ribadisco: noi abbiamo rinunciato alle Olimpiadi, come Provincia di Trento, come politica. È una questione di serietà.
Scarsa sostenibilità nell'evento, è stato detto venerdì a Baselga. Insomma, una questione di costi, di spese che sono lievitate
Allora andiamo a fare un excursus cronologico degli ultimi due mesi. Il 7 novembre il consiglio comunale di Baselga di Piné su sollecitazione dell'assessore provinciale Roberto Failoni, che era presente, approva il progetto del nuovo impianto per le Olimpiadi. In sala, ripeto, ci sono rappresentanti della Provincia, nella figura di Failoni. Il primo dicembre la Quarta Commissione approva con voti favorevoli di maggioranza e qualche distinguo delle minoranze il piano finanziario a sostegno di quel progetto, mettendo da parte nel bilancio provinciale 50 milioni e 500mila euro, più 390mila euro all'anno per la sostenibilità, per 20 anni di funzionamento dell'impianto. Ecco perché ho scritto nella lettera quella frase sulla serietà che non c'è. Se il 7 novembre Failoni sollecita e rassicura il Comune di Baselga e il primo dicembre la Provincia approva il piano finanziario, ricordo che già prima di Natale cominciavano a sentirsi voci strane su Baselga.
Sull'aumento di costi: una scusa oppure c'è stata davvero una crescita rispetto a quanto preventivato?
Chiedo: è serio che un ente pubblico, attraverso - credo - un calcolo serio, fra ottobre e novembre dichiara che l'impianto costa 50 milioni, subito dopo Natale questo impianto ne costa 76 e poi arriva a salire a 100 milioni? Da 50 a 76 milioni è il 40% in più, in un solo mese.
Sostenibiltà: vero o falso?
Credo che sia stato sbagliato pensare che la sostenibilità dell'impianto non ci fosse, come è stato dichiarato pubblicamente. L'impianto sportivo non va visto come qualcosa che deve assolutamente pagarsi, sennò la maggior parte degli impianti sarebbe da chiudere. L'investimento non torna solo con gli incassi. La struttura di Baselga ha un ritorno sociale e sul territorio. Siamo a 20 minuti dal capoluogo, e questa Olimpiade sarebbe stata una grande opportunità per tutto il mondo dello sport. Una Olimpiade dà lustro al territorio, dà la possibilità di uno sviluppo turistico, sociale ed economico. Basta guardare la val di Fiemme come si è fatta conoscere nel mondo grazie allo sci da fondo. Il problema è la mancanza di visione di chi avrebbe dovuto avere più coraggio. Mi rivolgo a chi si è assunto la responsabilità di raccontare al Trentino che sarebbe stato sede di un evento sportivo, dicendo poi di essersi sbagliato.

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