Pergine / I dati

Crisi idrica superata, i Comuni dell’Alta Valsugana sono corsi ai ripari

Il miglioramento dovuto al calo delle presenze turistiche in zona laghi e al calo degli innaffiamenti. Ad aiutare nei momenti critici è stata  l’interconnessione fra acquedotti

PERGINE. Le recenti precipitazioni atmosferiche non hanno risolto la situazione di crisi idrica che, da giugno, coinvolge gli acquedotti. In particolare, in Alta Valsugana, AmAmbiente (la società partecipata che fra l'altro gestisce e controlla gli acquedotti in vari comuni) fornisce un aggiornamento a questa settimana dello stato di approvvigionamento.

Dal quale emerge che la situazione, rispetto ai mesi estivi, è sì migliorata, ma non grazie alle piogge recenti, che incrementano la portata delle fonti di approvvigionamento (ancora nettamente sotto i valori standard) ma poi esauriscono il loro beneficio nel giro di pochi giorni o al massimo poche settimane.

«Il miglioramento percepibile da inizio settembre - spiega in una nota AmAmbiente - risulta senza dubbio conseguente, più che al contributo marginale e non risolutivo dato dalle ultime piogge, al calo netto delle presenze turistiche soprattutto in zona laghi, nonché al calo evidente di consumi impropri (presumibilmente riconducibili ad uso irriguo, nonostante le ordinanze emesse dai sindaci). Va inoltre evidenziato che nel corso di tutta l'estate abbiamo messo in campo con continuità un'attività straordinaria di ricerca metodica di perdite dagli acquedotti che sta sicuramente contribuendo al miglioramento della situazione ad oggi riscontrabile».

AmAmbiente fornisce anche, Comune per Comune, la situazione degli acquedotti. A Pergine, ad esempio, la principale fonte di approvvigionamento (l'acquedotto Busneck) garantisce solo i due terzi della portata attesa (circa 45 l/s rispetto ai 66 l/s attesi); nel mese di agosto si sono registrati i picchi di minimo, fino ai 35 s/l.

I pozzi di soccorso da tutta l'estate funzionano a pieno regime, pur con le falde calate, e tutte le sorgenti in quota sono a tutt'oggi in sofferenza (sorgenti con cali di portata media dal 30-40% fino al 70-80%); in un solo caso una sorgente, nella zona dei Masi di Castagnè, ha visto la portata nel corso dell'estate praticamente azzerarsi. Ad aiutare nei momenti di criticità è stata l'interconnessione fra acquedotti. L'ordinanza di restrizioni è stata revocata dal sindaco Roberto Oss Emer a inizio settembre.

Pure a Levico l'interconnessione con gli acquedotti dei Comuni limitrofi (Caldonazzo e Novaledo) ha aiutato a superare l'estate: per la città termale, la principale fonte di approvvigionamento (sorgente Fontanelle) garantisce solo il 60-70% della portata attesa (di circa 50 l/s). A tenere in equilibrio il sistema acquedottistico è l'attingimento dal pozzo di soccorso, in funzione 24 ore su 24. L'ordinanza restrittiva sarà revocata dal sindaco Gianni Beretta non appena il carico turistico non peserà troppo sui consumi.

A Caldonazzo le sorgenti in quota (dalla val dei Laresi) garantiscono a tutt'oggi portate ridotte di circa il 40-50% rispetto a quelle normalmente attese. A risolvere la criticità sono gli approvvigionamenti dei tre pozzi di fondo valle che hanno garantito con continuità per tutta l'estate la copertura del fabbisogno idrico.

Anche a Civezzano (dove pure le sorgenti al momento garantiscono solo il 50% della portata attesa), come risaputo è sorto anche un problema di pozzi: uno solo è attivo, mentre il secondo è risultato compromesso (se ne sta approntando uno nuovo).

«Le importanti criticità emerse nel corso dell'estate - spiega la nota - al di là di quelle gestionali, hanno avuto origine dagli importanti (in termini di quantità) utilizzi impropri dell'acqua, presumibilmente riconducibili ad uso irriguo, nonostante l'ordinanza restrittiva emessa dal sindaco».

A Tenna infine, nonostante un calo delle portate di circa un 20-30%, la sorgente in fondo valle al Croz dela Ghinga non ha sostanzialmente risentito della crisi idrica, ed ha garantito per tutta l'estate un regolare approvvigionamento.

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