Scuola / Dad

Istituto Marie Curie, il voto degli studenti boccia la didattica a distanza

Sondaggio elaborato dalla classe terza Wem del tecnico economico con specializzazioni in Web marketing e comunicazione d’impresa. Hanno risposto 359 studenti, il 50,2 % dice no alla Dad

LA STORIA Fiammetta, a lezione nel pascolo di Samoclevo

di Luigi Oss Papot

PERGINE. Finito l'anno scolastico, almeno per gli studenti che non dovranno affrontare gli esami di maturità, all'istituto Marie Curie è tempo di bilanci di questi lunghi mesi caratterizzati dalla pandemia che ha stravolto anche i piani didattici, obbligando a più riprese i ragazzi a rimanere a casa per seguire le lezioni con il metodo della didattica a distanza. Amata e odiata, perché se si sarebbe superficialmente portati a pensare che gli studenti abbiano goduto di questo nuovo approccio, in realtà quello che i ragazzi preferiscono è l'andare in classe e poter stare insieme ai loro compagni.

Lo dimostra, dati alla mano, un sondaggio somministrato a tutti gli studenti dell'istituto perginese ed elaborato dalla classe terza WEM del tecnico economico con specializzazioni in Web marketing e comunicazione di impresa. Il progetto è nato durante le lezioni di statistica del professore di matematica Giovanni Piccirella: gli studenti sono rimasti conquistati dall'approccio statistico che a conclusione di questa unità didattica gli hanno interessato il direttore dell'Ufficio Sistema Informativo Statistico dell'Istituto di Statistica della Provincia di Trento, Vincenzo Bertozzi, per un approfondimento su questa disciplina. Da qui nasce poi l'idea dell'indagine statistica, sottoposta a tutti gli studenti in modalità anonima e online.

Sono stati coinvolti 827 studenti delle 55 classi dell'istituto (371 studenti dei licei, 400 dei tecnici e 56 dei serali): hanno compilato il questionario 359 studenti, per un tasso di partecipazione finale del 43%.Interessanti le risposte, perché uno studente su due praticamente bocciano la didattica a distanza: alla domanda "Credi che sarebbe utile continuare ad usare la didattica a distanza anche dopo l'emergenza del Covid-19, insieme alle lezioni in presenza?", il 50,2% degli studenti dice sostanzialmente no alla "dad", la promuove complessivamente solo il 32,7%; il 17,1% si mantiene neutro.

Altra domanda chiave è stata "Credi che la proporzione giusta con cui bilanciare la didattica a distanza con quella in presenza nei prossimi anni scolastici sia...": a questa domanda gli studenti che vorrebbero più didattica a distanza, tra il 75% e il 100%, sono solo il 16,3%; al contrario quelli che vorrebbero meno didattica a distanza, compresa tra lo 0% e il 25%, sono il 58,7%. C'è comunque una fetta importante di studenti, pari al 25%, che accetterebbe di buon grado una didattica mista al 50% nei prossimi anni scolastici. Nel sondaggio emerge il giudizio negativo sulla didattica a distanza per diversi motivi, come maggior fatica in attenzione e concentrazione (62,3%), maggiore difficoltà nella comprensione degli argomenti trattati (53,2%), aumento dello studio individuale e dei compiti (84,4%).

A questo si aggiunge che la scuola in presenza è luogo di aggregazione dove si riesce meglio ad aprire la mente e a costruire relazioni, dove si impara a interagire con gli altri. Lo dimostra il fatto che, durante la "dad", gli studenti percepiscono una maggiore difficoltà ad essere integrati nella classe (lo dice il 49% di loro) e rilevano una maggiore fatica ad intessere relazioni con i pari (41,2%).

Il report completo, con l'analisi delle risposte date alle 36 domande del questionario, è stato pubblicato sul sito internet dell'istituto: si è chiesto anche quali strumenti sono stati utilizzati per la didattica a distanza e la qualità delle connessioni, la preparazione degli insegnanti a questo nuovo strumento didattico (abbastanza efficiente per il 51,1%, mentre non ancora adeguata per il 26,3%), l'andamento delle votazioni.

Alla domanda aperta che invitava a fare suggerimenti per migliorare la "dad" nei prossimi anni, il denominatore comune delle risposte è stato quello di utilizzarla il meno possibile, facendo al tempo stesso maggiore formazione all'uso delle nuove tecnologie per insegnanti e studenti.

Questo sondaggio, spiegano dall'istituto, potrebbe avere anche sviluppi futuri estendendolo ad altre scuole in provincia (per informazioni si può scrivere a Curie Pergine), per comparare poi i risultati in base agli indirizzi di studio ed ascoltare il punto di vista dei protagonisti del domani, cioè gli studenti di oggi.

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