Pergine / Ripartenza

La nuova stagione al castello ricomincia sulle note musicali

Per quanto riguarda l'albergo la Fondazione Castelpergine, la speranza è quella di poter aprire nella seconda metà di maggio, in base alle disposizioni che verranno imposte ai turisti esteri: al momento infatti l'Italia impone la quarantena anche ai cittadini della Ue

di Luigi Os Papot

PERGINE. La pioggia non è riuscita a guastare l'apertura ufficiale della stagione culturale al castello di Pergine: ed in un segnale di grande speranza e fiducia nella ripresa, domenica si è affollato non solo il maniero ma anche il teatro comunale, dove sono stati fatti confluire i visitatori dopo un'anteprima della mostra di Pietro Weber per il concerto e la presentazione ufficiale.

Era la prima volta, dall'ottobre 2020, che il teatro tornava ad accogliere spettatori.

La cultura dunque si è dimostrata un motore trainante per la ripresa dopo i lunghi mesi di stop forzato di tutte le attività, a causa della pandemia.

Il castello, in questo senso, porta con sé diversi aspetti che hanno dovuto fermarsi: non solo la cultura, ma anche l'ospitalità dell'albergo e l'accoglienza della ristorazione.

Se da poco più di una settimana la locanda Ca' Stalla ha riaperto, osservando naturalmente tutte le disposizioni anti-contagio, sotto la guida di Fiorenzo Varesco dell'osteria Morelli di Canezza, per quanto riguarda l'albergo la Fondazione Castelpergine è più attendista: la speranza è quella di poter aprire nella seconda metà di maggio, in base alle disposizioni che verranno imposte ai turisti esteri che scelgono l'Italia come meta delle vacanze.

Finché infatti sono necessari tamponi e soprattutto periodi di quarantena per gli spostamenti fuori dal proprio Paese, è comprensibile come si disincentivi il viaggio all'estero, penalizzando quelle realtà, come può essere appunto il castello, scelto principalmente dalla clientela estera.Sabato dunque, prima giornata di inaugurazione (domenica si è replicato, vista la gran quantità di prenotazioni e richieste), è stata una ripresa di speranza: il presidente della Fondazione, Carmelo Anderle, accoglieva col sorriso i visitatori che varcavano l'ingresso della torre di guardia e vedevano per la prima volta le torri di Weber in terracotta svettare fra il verde dei parchi o incastonarsi fra le architetture medievali.

Si è potuto apprezzare da vicino anche il grande lavoro di pulizia alla cinta muraria dal verde infestante che la soffocava, e che ha fatto scoprire anche una nuova postazione di guardia sopraelevata, dove un tempo scorreva il camminamento di difesa e probabilmente sorgeva una torre.

Ma questa operazione di pulizia è solo uno dei tanti lavori che la Fondazione, grazie all'apporto dei volontari, ha potuto portare avanti nei mesi scorsi, sfruttando in questo senso lo stop forzato della pandemia.Dopo l'introduzione e la presentazione ufficiale, a teatro è andato in scena il concerto "La musica della terra" di Marco Rinaudo e Stefano Visintainer (pianoforte a quattro mani) e poi diversi brani del Dolomiti Saxophone Quartet (Cristian Battaglioli Fiocca, Sabino Monterisi, Davide Salata e Massimiliano Girardi). Ora la stagione è cominciata con l'auspicio che possa tornare ad essere un bel segnale di ripresa.

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