Frassilongo / L’omicidio

L’esito dell’autopsia: Ideo Gudeta Agitu, lotta disperata per parare i colpi

La donna, che in val dei Mocheni aveva realizzato il suo sogno creando dal nulla l'azienda agricola "La capra felice", crollò a terra sopraffatta da una copiosa emorragia. Non morì subito. Rimase per qualche minuto agonizzante, riversa sul pavimento di casa. Non subì violenze sessuali

I FATTI L'agghiacciante omicidio di Agitu
IL RICORDO In piazza per ricordare la pastora

FRASSILONGO. Quando la mattina del 28 dicembre 2020, a Frassilongo, Ideo Gudeta Agitu fu aggredita dal suo collaboratore ghanese Adams Suleiman, tentò una strenua, ma disperata difesa. Usò braccia e mani per parare i colpi, ma la furia omicida dell'assassino era inarrestabile. Più colpi raggiunsero la pastora di origine etiope alla testa, sfondando la teca cranica.

Agitu, che in val dei Mocheni aveva realizzato il suo sogno creando dal nulla l'azienda agricola "La capra felice", crollò a terra sopraffatta da una copiosa emorragia. Non morì subito. Rimase per qualche minuto agonizzante, riversa sul pavimento di casa. Non subì violenze sessuali. In estrema sintesi è questo l'esito dell'autopsia eseguita sul corpo della vittima dal medico legale dell'Università di Verona Giovanna Del Balzo.

La relazione sull'esame autoptico è stata depositata nei giorni scorsi ed è ora agli atti del procedimento penale, a disposizione delle parti: il pm Giovanni Benelli, l'avvocato Nicola Zilio per la difesa, gli avvocati Andrea de Bertolini ed Elena Biaggioni per i familiari della vittima.

L'assassino.

Adams Suleiman è recluso nel carcere di Trento con l'accusa di omicidio volontario.

L'indagato è reo confesso.

Ha ammesso di aver colpito Agitu usando «un martello trovato vicino al lavandino installato nella cucina». Nel corso dell'interrogatorio riferì che l'azione violenta durò circa 10-15 minuti e che al termine della stessa l'uomo avrebbe eiaculato.

Il sopralluogo.

Il cadavere venne trovato a terra in camera da letto, in posizione supina e privo di indumenti nella sua parte inferiore. A terra venne repertata copiosa quantità di materiale ematico.

La causa del decesso.

Agitu morì per le conseguenze di un gravissimo trauma cranico-encefalico prodotto dai colpi violenti di un corpo contundente che secondo l'anatomopatologa sarebbe stato mosso con elevata «forza viva». I colpi di mazza che attinsero il capo produssero una vasta ferita lacero-contusa e complesse fratture con interessamento della volta cranica. Ferite e fratture risultate compatibili con l'azione lesiva di un singolo corpo di arma contundente dotata di una massa importante ed azionata «con elevata forza viva» sulla superficie cranica.

Una disperata difesa.

Benché Agitu certo non potesse prevedere l'aggressione, la donna comunque reagì nel disperato tentativo di sottrarsi alla furia assassina di Suleiman, come dimostrano ecchimosi e abrasioni individuare dal medico legale sulle mani della vittima. Questa tentò una protezione "passiva" per parare i colpi dell'assassino.

Morte non immediata.

Nonostante lesioni gravissime, Agitu crollò a terra ma non morì subito. Sopravvisse per un tempo che secondo l'anatomopatologa è impossibile da definire con precisione ma è stimabile nell'ordine di alcuni minuti successivamente al traumatismo.

Violenza sessuale.

In risposta ad un quesito posto dalla procura, la dottoressa Del Balzo risponde che non sono state rinvenute lesività macroscopicamente apprezzabili di per se riferibili ad abuso sessuale prima o dopo il decesso.

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