Supercinema ex Impero: Pergine rende omaggio alla sua storia in pellicola

di Luigi Oss Papot

Si è riavvolta la pellicola della storia ed a Pergine, nel luogo in cui ha catturato gli sguardi di intere generazioni, torna a rivivere il Supercinema. È stata inaugurata lo scorso venerdì infatti la mostra «Supercinema - ex Impero» nell’interrato del teatro comunale, sala Fanton, allestita grazie alla Fondazione Museo Storico del Trentino con il supporto del Comune di Pergine: alla Fondazione la famiglia Andreatta, proprietaria e gestrice del cinema per tutti i 38 anni di proiezioni, donò nel 1992 tutto l’archivio del cinema comprendente corrispondenza con le case cinematografiche, locandine, programmi, cimeli che sono esposti ora nella sala interrata del teatro comunale (aperta fino all’11 ottobre dal martedì alla domenica dalle 14.30 alle ore 18.30, il sabato e la domenica anche dalle 10 alle 12, lunedì chiuso).

All’inaugurazione, oltre alla dirigente comunale Liviana Torghele, all’archivista Giuliana Campestrin ed a Patrizia Marchesoni per la Fondazione (che ha curato l’allestimento assieme a Lorenzo Pevarello e Sara Zanatta) erano presenti anche tre discendenti dei fratelli Andreatta: Bruno e Giuliano, figli di Giulio, e Rossana, figlia di Mario.
Il Cinema Impero (così chiamato quando fu realizzato nel 1937-1938 sotto l’egida dell’Opera Nazionale Dopolavoro, in pieno periodo fascista) fu costruito su disegno di Eduino Maoro «e mostra in modo indiscutibile l’estro versatile e creativo dell’architetto perginese» ha ricordato Giuliana Campestrin, «e torna oggi alla sua origine, da luogo di cultura a luogo di cultura»: sulle sue fondamenta infatti oggi sorge la possente struttura della costruenda nuova biblioteca comunale.
In mostra, oltre a corrispondenza, manifesti, programmi, ci sono anche una trentina di cartelloni pubblicitari di film di varie epoche, ed ognuno è una piccola opera d’arte, ed un piccolo angolo è dedicato all’ascolto di alcune interviste a perginesi che ricordano i tempi in cui si faceva la fila per entrare a vedere i film: proiezioni che magari all’altra sala cinematografica, all’oratorio Don Bosco, non potevano essere messe in cartellone perché ritenute non opportune (un simpatico carteggio epistolare in mostra lo testimonia). La mostra non è solo dunque storia di un cinema, ma della Pergine del Ventesimo secolo.

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