Cinghiali, con la fase 2 aperta la caccia di selezione

di Daniele Ferrari

Con l’avvio della «Fase Due» contro l’emergenza coronavirus possono riprendere in Trentino e sul territorio di Pergine e dell’Alta Valsugana la caccia di selezione al cinghiale (specie non-autoctona) e la pesca in laghi e torrenti.

Come già anticipato domenica nella pagina della Valsugana, «la caccia di selezione al cinghiale è aperta da questa settimana, ma per ora sembra che le varie riserve e zone di selezione si possano raggiungere solo a piedi e in bici e senza l’uso della propria vettura - spiega Giuliano Andreatta rettore della riserva comunale cacciatori di Pergine (quasi 120 soci)-: nelle prossime ore ci attendiamo un chiarimento dai servizi provinciali, su questo aspetto. Ci sembra piuttosto difficile e problematico raggiungere le località di caccia della Marzola o della Panarotta senza l’autovettura, dove riporre con cura anche fucili o eventuali prede».

Nel 2019 i cacciatori perginesi hanno effettuato ben 2.586 uscite per la selezione al cinghiale con 71 abbattimenti totali, di cui 30 nel solo periodo primaverile (aprile-maggio), mentre ora il proliferare della specie sta causando danni ad agricoltura e silvicoltura.
«In bassa Valsugana si sono avuti molti danni alle colture di mais (l’Adige di venerdì 1° maggio), mentre nella nostra zona sono giunte varie segnalazioni di frutticoltori e operatori boschivi, data la loro crescente presenza anche vicino ai centri abitati - conferma il rettore Andreatta -.Raccomando ai nostri cacciatori (circa 80 quelli abilitati alla selezione al cinghiale) di segnalare puntualmente uscite e “colpi falliti”, rispettando le femmine in lattazione o gravide. Data la presenza nelle nostre campagne e sui sentieri di molti piccoli di ungulati (come caprioli), invitiamo chi li incontra (e gli stessi possessori di cani) a rispettarli non avvicinandoli o toccandoli: questo porterebbe all’abbandono da parte della madre e alla loro fine prematura».

Da ieri è possibile tornare anche a praticare la pesca sportiva nei laghi e torrenti dell’Alta Valsugana. «Abbiamo dovuto annullare la nostra attesa gara Coregone Trophy sul lago di Caldonazzo e rinviare alcune semine o ripopolamenti - spiega Sergio Eccel presidente dell’associazione pescatori Fersina e Alto Brenta -; per ora si può raggiungere la riserva di pesca solo a piedi o in bicicletta (e-bike compresa). La nostra non è certo un attività essenziale ma può consentire un lento ritorno alla normalità per tante persone (anche pensionati) dopo un lungo lockdown: raccomando a tutti i giusti limiti di sicurezza, distanziamento e l’uso della mascherina in presenza di più persone».

L’Associazione pescatori Fersina e Alto Brenta attende ora la ripresa dei lavori di rifacimento alla presa del bacino del Caspio nel comune di Sant’Orsola, già finanziata per circa 110 mila e necessaria al funzionamento del locale impianto ittiogenico e della vicina segheria veneziana.

«Il Covid-19 ha messo a dura prova il sistema economico e commerciale - spiega Eccel anche nel suo ruolo di artigiano e posatore di pavimenti -: ci auguriamo che le attività produttive e turistiche possano riaprire a breve. Nella fase della ripresa anche la pesca e l’attività venatoria possono dare un contributo importante, garantendo tutela attiva e promozione del territorio trentino».

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