Per la morte del piccolo Eric schiacciato da un trattore a Serso chiesti 9 milioni di risarcimento

Per il dramma del piccolo Eric Dallavalle, il bimbo di 18 mesi travolto e ucciso il 30 marzo del 2019 da un trattore a Serso, si apre la fase del giudizio. È un percorso che dovrà stabilire eventuali responsabilità penali a carico del conducente del mezzo agricolo accusato di omicidio stradale, ma dovrà anche valutare il danno, immenso, patito dalla famiglia della vittima.

L’altroieri l’udienza preliminare davanti al giudice Marco La Ganga è stata rinviata ad aprile in seguito all’astensione dalle udienze degli avvocati penalisti. Ma le parti sono già al lavoro. Da un lato l’agricoltore ottantenne Carlo Luchi, difeso dall’avvocato Claudio Tasin, dovrebbe chiedere di procedere con rito abbreviato, magari condizionato ad una perizia. Dall’altra la famiglia Dallavalle che, attraverso l’avvocato Marcello Paiar, ha chiesto di essere ammessa come parte civile. Il danno è stato quantificato in via provvisoria in 9,2 milioni di euro.

Quanto vale la morte di un figlio piccolo, di un fratello, di un nipote, di un cugino? La risposta è una sola: non c’è denaro che possa risarcire una famiglia che ha visto spegnere per sempre il sorriso del piccolo Eric. Ma la giustizia deve fare il suo corso e dare un “prezzo” anche al dolore più grande, incommensurabile, come la morte di un figlio. Il caso del piccolo Eric è del tutto peculiare. La richiesta di costituzione di parte civile è stata fatta a nome di 11 parti lese tra genitori, sorella, zii e zie, cugini, nonni. Siamo di fronte ad una famiglia numerosa e molto unita, dove tutti avevano stretti legami affettivi con Eric che spesso stava anche con i nonni o con gli zii. La morte del bimbo ha sconvolto la vita di tutti. Neppure il tempo riesce a lenire uno strazio così grande. Immaginiamo che non ci sia giorno in cui a casa Dallavalle non si ripensa ad Eric, alla sua vitalità, ai suoi giochi, ai suoi sorrisi. Nessuna somma di denaro potrà risarcire per le feste di compleanno che ogni 22 ottobre non ci saranno più; per i Natali in cui Eric non potrà scartare i suoi doni; per le pagelle che non porterà più a casa; per i gol della vita che non potrà più segnare. Proprio perché siamo di fronte ad un danno immenso e difficilmente riconducibile ad una tabella è probabile che la quantificazione sarà lasciata dal giudice penale ad un separato giudizio civile dopo aver riconosciuto una provvisionale.

Il processo dovrà stabilire in primis eventuali responsabilità penali. La dinamica dell’incidente sarà uno dei temi dibattuti. L’accusa contesta a Carlo Luchi il reato di omicidio stradale. «Per negligenza, imprudenza, imperizia e con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale - si legge sul capo di imputazione contestato dal pm Pasquale Profiti - e con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale» causava per colpa la morte di Eric Dallavalle. «In particolare avendo l’intenzione di svoltare a sinistra, ometteva di portarsi al centro della carreggiata per effettuare la manovra di svolta in violazione dell’articolo 154 del Codice della strada. Quindi proseguiva la marcia lungo il margine destro della propria corsia e, nel far ciò, si voltava per assicurarsi che i veicoli provenienti da tergo non lo superassero». È questo il momento cruciale, l’attimo in cui si consuma il dramma.

«Durante tale fase - scrive la procura - non si avvedeva della presenza del pedone T. C. (la zia di Eric) la quale circolava sul margine della carreggiata, nella medesima corsia della trattrice agricola, con direzione di marcia opposta al veicolo, urtando con la parte destra del mezzo il passeggino, schiacciandolo contro il muro esistente su margine destro della carreggiata, facendo sbalzare all’esterno il minore trasportato che rovinava a terra riportando lesioni» che si rivelarono mortali. Il piccolo Eric morì infatti il giorno seguente dopo 24 ore di agonia.

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