Palù: paura del piromane, ma no alle «ronde»

Sono passate due notti, a Palù del Fersina, all’insegna della paura, del sonno che non arriva perché il timore che possa accadere un nuovo rogo in paese è tanta. Ma se subito dopo l’incendio della notte fra martedì e mercoledì, che rischiava di trasformarsi in tragedia, il clima si era davvero fatto pesante, ora gli abitanti del luogo sanno di dover mettersi nelle mani delle forze dell’ordine, le uniche in grado di garantire la sicurezza e le indagini necessarie.

Come già ci aveva confermato il maresciallo Gioacchino Iannece, comandante della stazione di Sant’Orsola Terme, le indagini sono serrate e tutti gli uomini sono in allerta sul territorio: «Ma non ci sono ronde - spiega il maresciallo - che sarebbero solo dannose alle nostre indagini e peggiorerebbero il clima, già di per sé pesante, in paese. Di certo invece, i cittadini ora sono più solerti nel segnalarci i loro sospetti, ma è meglio eccedere nello zelo piuttosto che ritrovarci in una situazione come quella dell’altra notte».

In questo senso, anche le dichiarazioni di ieri del sindaco Stefano Moltrer, in costante contatto con le forze dell’ordine, che aveva invitato le persone a non muoversi di casa nelle ore serali o notturne, evitando quindi inutili sospetti e crescente tensione fra le persone, ormai purtroppo «scottate» nel vero senso della parola dall’azione di questo piromane. L’altra sera si è tenuto anche un incontro fra le forze dell’ordine, sindaco e vigili del fuoco, dalla quale è emersa la ferma volontà di procedere a ranghi serrati nelle indagini che i carabinieri di Sant’Orsola stanno portando avanti con il supporto della compagnia di Borgo Valsugana. «Non ci sono ancora particolari sospetti - conferma il primo cittadino - ma benché capisca la volontà di tutti di risolvere la situazione, dobbiamo avere fiducia nell’operato dei carabinieri e delle loro indagini». Pure Moltrer conferma che non ci sono ronde in paese, ma che la sorveglianza viene garantita dagli uomini dell’Arma, giorno e notte, e che è a loro che bisogna affidarsi con fiducia, senza fomentare l’allarmismo.

Ieri sera, durante la messa delle ore 17, anche il parroco don Daniele Laghi ha deto il suo contributo per tenere salda la comunità, profondamente scossa da quanto accaduto: «Dio ci rende fratelli e sorelle - ci ha detto ieri - e dobbiamo confrontarci e risolvere i problemi umanamente e cristianamente. Non dobbiamo lasciarci prendere dalla paura, o peggio, dalla vendetta».

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