Anche Dario Pegoretti in bici da Torino fino al Quirinale

Da Torino a Roma, dalla basilica di Superga al palazzo del Quirinale: cinque tappe, 522 chilometri in totale, per un piccolo, grande, Giro d’Italia.
Ad organizzare questo insolito viaggio alla scoperta della storia della nostra nazione è stato il gruppo «La storia in bici», capitanato da Michelino Davico, che non è nuovo richiamare appassionati della bicicletta per pedalare su luoghi particolarmente importanti. Quest’anno il viaggio è stato chiamato «Sulle ali della libertà» in occasione del 70° anniversario della promulgazione della Costituzione Italiana, e per questo sono state toccate città e luoghi particolarmente carichi di significato per la storia d’Italia.
A partecipare a questo tour, come unico trentino, c’era anche Dario Pegoretti, campione di ciclismo di Canezza e creatore del Museo del Paracarro e del Museo delle bici dei campioni dell’Alta Valsugana. Uomo di poche parole, come i suoi maestri del resto, ma che lasciano un profondo segno: e se arriva a confidare che questo «è stato uno dei più bei giri che abbia mai fatto», c’è da crederci davvero. «Oltre a pedalare - spiega Pegoretti - abbiamo potuto davvero ragionare e riflettere sulla bellezza della nostra nazione, vedendo di persona luoghi nei quali grandi personaggi hanno reso e rendono grande l’Italia nel mondo, dove si può dire che abbia preso forma anche la nostra Costituzione».
Il giro «Sulle ali della libertà» è partito da Torino, dalla basilica di Superga, con il saluto del presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e si è concluso cinque giorni dopo a Roma, al palazzo del Quirinale, dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto la trentina di ciclisti nella sala dove è conservata la prima copia della Costituzione, firmata dai padri costituenti.
Ogni tappa di questi cinque giorni ha toccato luoghi dove l’Italia è cresciuta e si è sviluppata: Torino, capitale dei Savoia che promulgarono lo Statuto Albertino (l’antenato della Costituzione); Novi Ligure, dove sorge il Museo dei Campionissimi del ciclismo ed in particolare di Fausto Coppi e Costante Girardengo; Busseto, la città natale di Giuseppe Verdi; Brescello, che grazie a don Camillo e Peppone incarna ancora il clima degli albori della Repubblica Italiana; Reggio Emilia, dove nacque il Tricolore, con la zona industriale che ha reso grande la nazione nel mondo grazie alle fabbriche di automobili quali Ferrari, Lamborghini, Maserati, ed anche quelle forse meno note come la Panini, che non è unica solamente per le figurine; Marzabotto, tristemente nota per l’eccidio nazista; Barbiana, dove don Lorenzo Milani ha lottato per dare un futuro ai ragazzi meno fortunati; Assisi, la città del santo patrono d’Italia e infine Roma, la città eterna, la capitale.
È questo, in estrema sintesi, l’itinerario che il gruppo di ciclisti ha percorso, concludendo il giro nella storia d’Italia dal presidente Mattarella, che ha incontrato ad uno ad uno i partecipanti avendo parole di elogio e ringraziamento per ognuno.
Se Ernest Hemingway disse che «è andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese» quest’evento ne è la prova: «Una volta tornati a casa - racconta ancora Pegoretti - si guarda davvero con occhi diversi alla nostra nazione».
Ma le idee di Dario Pegoretti non si fermano qui: il Museo del Paracarro avrà presto altri pezzi da aggiungere all’esposizione. Un paracarro (arrivato direttamente da Filottrano) sarà dedicato a Michele Scarponi, mentre un altro ad Alex Zanardi, che si sta cercando di invitare a Canezza per una breve cerimonia.
Crescerà poi anche il Museo delle bici dei campioni dell’Alta Valsugana: prossimamente sarà ampliato e così dei veri e propri cimeli e pezzi di storia potranno trovare ancor più degna collocazione.
La Storia, quella con la «s» maiuscola, viaggia quindi anche con una bicicletta, magari semplice, e rende unico un Paese.

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