"Una città come Pergine non può rinunciare ad un servizio di trasporto pubblico"

«Il servizio di traporto pubblico è essenziale per una città con oltre 22 mila residenti, suddivisi su un territorio vasto (ben 54,4 kmq) con oltre 18 frazioni, ma serve più attenzione e sensibilità per il suo pieno utilizzo: un vero cambio di mentalità».
L’assessore alla viabilità del comune di Pergine Massimo Negriolli (foto) non nasconde gli alti costi del servizio di trasporto urbano, oltre 422 mila euro annui di cui 48.200 a carico del comune (come ricordato ieri su queste pagine ndr), rispetto ai ridotti incassi (12.400 euro pari a circa il 3% di quanto speso), ma difende le scelte dell’amministrazione perginese. 
«Negli anni l’utenza media è sicuramente aumentata passando dai 525 utenti dell’aprile 2008, sino agli attuali 1.037 rilevati pochi giorni fa (erano 942 nel 2016 e 1016 un anno fa) - spiega Negriolli - oltre il 70% degli utenti sono studenti con abbonamento annuale (sulla tratta casa-scuola o con libera circolazione), somme che le famiglie versano direttamente alla provincia (anche con tariffe agevolate in base a reddito e Icef). E’ tuttavia un servizio indispensabile per permettere ad alunni e studenti delle frazioni di raggiungere i plessi delle Elementari e Medie di Pergine, l’istituto superiore Marie Curie o il centro intermodale di viale Dante dove partono le corse per Trento o la Valsugana».
Servizio pubblico che appare poco sostenibile senza un sostanzioso contributo provinciale (circa 357 mila euro per finanziare 148.900 km). «Il sostegno dalla provincia è fondamentale, ma affidando la gestione in house providing a Trentino Trasporti Spa si attua un controllo attento e puntale - conferma Negriolli - nel tempo sono state eliminate alcune linee e tratte non utilizzate (la n. 8) e ridotti anche alcuni costi o imprevisti (nel 2017 il comune di Pergine ha impegnato 79.169 euro).
Il maggiore ricorso a vettori privati (pullmini da 19 posti) non ridurrebbe i costi e potrebbe creare dei disservizi nelle ore di punta».
Quali i correttivi per un trasporto pubblico più frequentato. «La mobilità pubblica e alternativa è un servizio essenziale per studenti, anziani e diversamente abili - tiene a precisare Negriolli - in passato si è cercato di coinvolgere di più i pendolari e chi lavora in città (con corse serali verso le frazioni) ma senza ottenere un maggiore utilizzo. La realtà urbana di Pergine è diversa da quella del Capoluogo, e appare difficile individuare nuove fasce di utenti (in Trentino gli incassi da biglietti coprono solo il 18% dei costi totali)».
Quali le linee guida per il futuro. «Intendiamo conservare le 7 linee ora attive, migliorando alcune tratte, e intensificando le corse dal centro intermodale all’ospedale di Villa Rosa - conclude Negriolli - si stanno valutando le modalità per il trasporto pubblico »a chiamata«, intercettando i bisogni di anziani, disabili o persone non auto munite. Serve però un cambiamento nei comportamenti quotidiani, cercando di usare meno l’auto negli spostamenti urbani, ed affidandosi a modalità più sostenibili e meno impattanti su traffico e ambiente».

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