Centro medico di S.Cristoforo causa civile da un milione

di Giorgia Cardini

Si prospetta una causa civile del valore di 1 milione di euro, come conseguenza dell’intricata vicenda del «centro medico e dentistico» di San Cristoforo al Lago, costruito dall’impresa Edilcasa ma ora di proprietà della Palcos, entrambe dell’imprenditore Flavio Pallaoro. 
La notizia emerge all’indomani della sentenza con cui la Corte d’appello di Bolzano ha confermato, giovedì, quanto aveva stabilito nel luglio 2015 la Corte d’appello di Trento, che aveva convalidato la confisca dell’edificio disposta dal giudice Carlo Ancona in primo grado.
 
Un passaggio che si è reso necessario dopo il giudizio della Corte di Cassazione, che l’anno scorso aveva sostanzialmente confermato questa pronuncia, riconoscendo definitivamente colpevole di abuso d’ufficio il dirigente comunale Loris Moar (sospeso recentemente dall’incarico per tre mesi), ma rinviando ai giudici bolzanini la parte relativa alla confisca, a causa della mancanza di riferimenti ad essa nelle motivazioni. 
 
Alla Corte d’appello di Bolzano la Cassazione non aveva chiesto dunque di decidere nel merito del punto, ma solo di motivare la conferma del sequestro, stabilito già in primo grado come conseguenza dell’abuso commesso da Moar nell’esercizio delle sue funzioni. Cosa che la Corte d’appello di Bolzano ha fatto appunto giovedì, ribadendo la confisca mentre le motivazioni si potranno leggere all’atto del loro deposito. 
 
Flavio Pallaoro annuncia un nuovo ricorso in Cassazione, ma intanto dovrà affrontare un’altra causa: quella che gli avvocati Vittorio Cristanelli e Luigi De Finis stanno imbastendo per conto dei dentisti Broseghini e Dell’Acqua, che avrebbero dovuto aprire il centro medico - dentistico a San Cristoforo sulla base del contratto preliminare stipulato con l’impresa costruttrice nel 2009. Un contratto che non è mai andato a rogito e che è stato oggetto di risoluzione per l’impossibilità di avvalersi di una costruzione nel frattempo sprofondata, raddrizzata con corpose iniezioni di cemento e, appunto, confiscata.
 
Quello che i dentisti Broseghini e Dell’Acqua si apprestano a chiedere (viste anche le sentenze dell’ultimo anno) è la restituzione di 500mila euro di caparra più altri 500mila euro per l’inadempimento del contratto da parte del costruttore, per via delle vicende giudiziarie che hanno paralizzato tutto. Dentisti che nel frattempo hanno acquistato l’ex panificio Brugnara in piazza San Rocco, l’hanno sistemato e vi hanno aperto il loro agognato centro operativo. 
 
«Sono e resto in possesso di una licenza edilizia valida e confermata dai vari organi di controllo - afferma intanto Pallaoro -: l’oblazione ha sanato la mia posizione personale (in relazione all’abuso edilizio, ndr) e nessun giudice può opporsi alla riconsegna di un immobile edificato sulla base di una licenza edilizia, che a tutt’oggi è ancora valida ed efficace. Aspetterò le motivazioni della sentenza ma contro il sequestro farò ricorso in Cassazione e, se serve, agli organi di giustizia europea. Mi viene impedito di entrare in possesso di un bene costruito sulla base di documenti legittimi, facendomi pagare le conseguenze negative di un reato commesso da altri». 
 

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