Panarotta, bacino per la neve e nuovi investimenti in arrivo

di Giorgia Cardini

Sembrava non ci fosse nulla da fare, sembrava che il bacino per l’innevamento artificiale - chiesto a gran voce dai sindaci dell’Alta Valsugana per consentire alla Panarotta di affrontare senza patemi il calo delle precipitazioni - non si facesse. Punto.
E invece, in un’estate torrida figlia legittima di un inverno senza neve né acqua, sembrano maturati gli accordi per dare alla montagna che sovrasta la Valle dei Mocheni, Pergine e Levico Terme le dotazioni necessarie a diventare davvero una palestra dello sci per tutta la valle e una stazione sciistica di interesse locale, complementare per l’economia di zona.
 
È l’assessore al Turismo Michele Dallapiccola ad annunciare decisi passi avanti sulla strada del completamento e rafforzamento del Protocollo d’intesa che, a metà 2015, ha portato Trentino Sviluppo a sborsare 600mila euro per acquistare gli impianti di risalita della Panarotta, separando la proprietà dalla gestione degli stessi, ora in mano alla Panarotta srl.
 
Dopo le polemiche di inizio marzo, con un botta e risposta tra sindaci e assessore provinciale, dunque la strada pare spianata, secondo un cronoprogramma piuttosto preciso: «Il rilancio si articola su un piano triennale - spiega Dallapiccola - Trentino Sviluppo ha accantonato i fondi per la revisione della seggiovia Malga Montagna Granda-Cima Esi, che ha oltre 44 anni di vita, e per la realizzazione del tappeto di risalita che consente l’avviamento allo sci. La spesa prevista è di circa 400mila euro». 
Il tappeto sarà in funzione già all’inizio della prossima stagione sciistica e, contemporaneamente, la società di gestione completerà il parco giochi «Panarottaland», con l’acquisto delle attrezzature a servizio dei più piccoli.
 
«Nel secondo anno, il 2018 - prosegue l’assessore provinciale - sarà attuato l’ammodernamento della seggiovia e saranno realizzate la pista di slittino (l’Asuc di Pergine ha già provveduto al taglio del legname necessario) e lo ski-weg», di competenza dei Comuni, che hanno deciso di finanziare le due opere col Fondo strategico territoriale. Il tracciato per gli slittini costerà 241 mila euro, prevede la partenza alla sommità della Malga e l’arrivo alla stazione a valle, per una lunghezza di 1.716 metri. Lo ski-weg collegherà invece la pista «Storta» con la partenza della pista «Rigolor», consentendo di tenere aperta anche in inverno la strada che, dalla Panarotta, scende a Kamaovrunt, collegamento importante per la Valle dei Mocheni e il suo sviluppo turistico invernale.
 
Ma è il 2019 l’anno in cui potrebbe essere realizzato il bacino per l’innevamento artificiale su cui insistono i Comuni: «La possibilità è allo studio e la prossima settimana ci sarà un sopralluogo in Panarotta dei funzionari del Servizio Impianti a fune per verificare la localizzazione migliore - anticipa Dallapiccola -: tre sono le ipotesi in ballo da approfondire, con l’attingimento dell’acqua dal rio Rigolor grazie alle nuove opere di presa realizzate l’anno scorso». 
 
Se in primavera, rispondendo a un’interrogazione del capogruppo Upt Gianpiero Passamani, Dallapiccola quantificava in 3 milioni la spesa necessaria alla costruzione dell’invaso, ora parla di molto meno: «Il costo previsto è di circa 1 milione. Ma vorrei dire che il bacino è il tetto di una casa che deve avere prima di tutto fondamenta e pareti: e sono gli investimenti precedenti - il campo scuola, l’area ludica, la pista da slittino - che faranno della Panarotta quella palesta per lo sci e quell’area ricreativa per famiglie che abbiamo disegnato in questi anni. Per quanto riguarda la neve garantita, invece, vorrei ricordare che l’anno scorso con l’acqua del Rigolor e i cannoni a disposizione (otto, ndr) si è innevata la Malga per tutta la stagione: certo, se vogliamo far funzionare anche la Rigolor allora serve il bacino, ma prima va fatto tutto il resto».

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