Lago delle Piazze, poca acqua Emergenza turismo e irrigazioni

di Giorgia Cardini

Il 20 luglio 2015 il lago delle Piazze era sceso a quota 1.019,86 metri: un’altezza considerata già «emergenziale» e che provocò accuse incrociate, polemiche, riunioni e un’affannosa ricerca di soluzioni tampone.
 
Già il 1° giugno, il lago delle Piazze sfiorava i 1.015 metri: un livello che mette a rischio la stagione turistica e che rende impossibile attingere acqua a uso irriguo.
 
Complice la siccità che ha caratterizzato le ultime due stagioni, si prefigura dunque un’altra estate difficile, in cui sarà davvero arduo coniugare le esigenze ambientali, degli imprenditori turistici della zona, delle aziende agricole cembrane e della Dolomiti Edison Energy che gestisce il bacino e la diga. I sindaci di Bedollo e Baselga di Pinè, gli operatori e gli agricoltori stanno però dialogando, perché questi mesi non passino invano. Il problema della coesistenza dei tre usi diversi del lago, infatti, si trascina già da parecchi anni: «Ma ora che la scadenza delle grandi concessioni idroelettriche, tra cui questa, si avvicina - spiega il sindaco di Bedollo, Francesco Fantini, che ha assunto l’iniziativa -,  come Comuni vogliamo raggiungere un accordo con il Consorzio di miglioramento fondiario della Valle di Cembra e gli operatori economici per presentare alla Provincia una soluzione gestionale che salvaguardi tutte le esigenze.
Lasciando invariate le concessioni in essere, pensiamo che se le stesse fossero gestite in modo diverso lungo tutto l’arco dell’anno, potremmo arrivare a marzo con il lago a quota 1.021 metri, quella necessaria a sa[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"500496","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]lvaguardare tutti gli usi».
 
Mentre attualmente ciò non accade e certo non è avvenuto quest’anno, mancando tra l’altro piogge e nevicate sufficienti. Così, ora non resta che sperare in qualche forte temporale, per aumentare il livello e non lasciare troppo in vista sponde sassose e fondali fangosi: «Quello cui puntiamo - prosegue Fantini - è un documento unitario da presentare tutti insieme, per calibrare meglio i prelievi e distribuirli in modo più razionale». 
 
Ma come risponderà Dolomiti Edison Energy a un’ipotesi che può intaccare il suo business? «La società non rischia, basta solo che turbini dal lago in modo diverso. Una soluzione equilibrata e razionale eviterebbe, tra l’altro, costi ingenti necessari a garantire l’acqua alle coltivazioni della Valle di Cembra».  «In ogni caso - prosegue il sindaco -, sostengo da tempo e continuerò a sostenere che non sono i prelievi irrigui a darci i maggiori problemi: anche se i coltivatori cembrani prelevassero tutti i 780mila mc annui cui hanno diritto, il lago si abbasserebbe di un solo metro. E comunque, solitamente, il Consorzio non va oltre i 500mila».
 
Invece, per Fantini, Dolomiti Edison Energy può fare parecchio, sia per quanto riguarda i prelievi, sia per la manutenzione dell’opera di presa «che - dice - presenta perdite ingenti: manca un’adeguata manutenzione, vanno sistemate le paratoie e le vasche di derivazione». Interventi che però comportano investimenti, difficili da aspettarsi alla scadenza di una concessione. 
«Il confronto con la Provincia su questo tema è continuo - conclude il sindaco -, ma ora è tempo di arrivare a una soluzione definitiva. Anche se l’emergenza, quest’estate, è affrontabile solo in un modo: sperando che piova».
 
Tra l'alto, il 1° giugno è iniziato il periodo in cui il Consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado di Cembra potrebbe attingere dal lago delle Piazze una portata media continua di 71 litri al secondo, fino al 30 settembre. Potrebbe: ma con il livello attuale, non gli sarà possibile. «La concessione prevede infatti almeno 1.018,70 metri, quindi ora non possiamo prelevare neppure una goccia d’acqua», riassume il presidente del Consorzio, Francesco Cristofori. «Una situazione di questo genere non si era mai vista, tra febbraio e marzo il livello del lago ha toccato i 1012 metri».
Certo, non ha piovuto né nevicato, ma sotto accusa è sempre Dolomiti Edison Energy: la società ha la possibilità di turbinare acqua fino al livello di 1.010 metri e quindi ha tutti i diritti di farlo. Ma con un inverno e una primavera senza precipitazioni, la conseguenza non poteva che essere quella che si vede oggi. Per questo, dice Cristofori, si sta tentando di arrivare a una gestione diversa del bacino. 
 
Il Cmf, intanto, può solo derivare acqua dal rio Regnana: 60 l/s che garantiscono una risposta parziale all’emergenza, ma i 900 ettari coltivati a vigneti, meli e piccoli frutti della valle dei Cembra richiedono ben altro. «Abbiamo indetto un’assemblea generale del Consorzio - anticipa il presidente - per approvare il progetto di pompaggio provvisorio dal torrente Avisio e avere così altri 60 l/s d’acqua a disposizione. L’opera ci costerà 300mila euro ma sarà propedeutica alla soluzione definitiva, che prevede una presa nell’Avisio, a 400 metri a valle del ponte dell’Amicizia, sotto la confluenza col rio Regnana. Da lì pescheremo con pompe a bassa prevalenza per poter fare un primo filtraggio, quindi l’acqua sarà immessa in una vasca e da lì rilanciata, attraverso una condotta, agli impianti irrigui della valle».
 
Vasca e stazione di pompaggio occuperanno circa 300 mq di terreno e il costo previsto è di 1,3 milioni di euro. Ma ora serve, subito, la derivazione d’emergenza: «Il problema è che, tra permessi e lavori, rischiamo di arrivare a fine stagione».
E se non pioverà, saranno dolori. 
 
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