Shop Center Valsugana chiuso a Pasqua e Pasquetta

di Daniele Ferrari

Negozi ed attività commerciali chiuse a Pasqua e Pasquetta a Pergine e al centro commerciale «Shop Center Valsugana» di via Tamarisi. Con una comunicazione sul portale internet e una vivace campagna informativa, la direzione del centro commerciale perginese annuncia i due giorni consecutivi di chiusura, domenica e lunedì prossimi, in occasione del ponte pasquale.
 
Difficile capire quanto la scelta sia dovuta a ragioni commerciali strategiche (diversa collocazione dei sei giorni di chiusura straordinaria nel 2016), ad un progressivo calo del fatturato festivo, o al parziale accoglimento delle reiterate proteste dei dipendenti, a cui il giornale l’Adige aveva dedicato ampio spazio a fine gennaio. 
 
«Accanto alla chiusura nei giorni di Capodanno, Pasqua, Ferragosto e Natale quest’anno abbiamo previsto due giorni di chiusura straordinaria in più a Pasquetta (Lunedì dell’Angelo) e Santo Stefano (il 26 dicembre giornata dopo il Natale) - spiega il direttore del centro commerciale Shop Center Valsugana Marco Morelli - una scelta in parte già adottata in passato, ma che quest’anno permette di garantire due “ponti” più lunghi (Pasqua e Natale) per dipendenti e gestori-titolari dei vari negozi». 
 
 
Se la crisi e la minor capacità di spesa delle famiglie si fanno sentire anche in Alta Valsugana, dove il settore commercio nel 2016 ha fatto segnare un calo nelle assunzioni (meno 52 unità nei 12 mesi secondo i dati dell’Agenzia del Lavoro), resta buona la frequenza e l’attrazione dei centri commerciali: «Nel 2016 abbiamo toccato i 3,5 milioni di ingressi in linea con gli ultimi anni - spiega Morelli - attualmente i nostri 58 negozi sono tutti attivi (si sta cercando solo un nuovo gestore della lavanderia). La richiesta di nuove attività non manca (alcune aziende sono in lista d’attesa), anche se il fatturato si è contratto nelle ultime annate». 
 
Diversa la situazione nel centro di Pergine, dove l’assenza di grandi eventi (da due anni non si tiene «Pasquissima» al parco Tre Castagni) e la conduzione famigliare di molti negozi impedisce e rallenta l’apertura festiva delle attività. «A preoccupare sono i tanti cartelli di “vendesi” ed “affittasi” apparsi su almeno una decina di attività commerciali del centro (altri negozi potrebbero chiudere prima dell’estate) - conferma Luigi Ochner, presidente del consorzio Copi, che a fine mese terrà la sua assemblea annuale - il rischio è che, quanto successo in passato in via Maier, possa ora ripetersi per altre vie del centro (via Crivelli o via Battisti). Il caro affitti e la pressione fiscale sta mettendo a dura prova attività storiche, mentre è difficile il ricambio generazionale in molti negozi a conduzione famigliare. Se chiude un negozio del centro storico nasce non solo un problema economico, ma anche sociale e di presidio del territorio: una vetrina illuminata è sempre segno di vita e presenza attiva nella comunità». 
 
Altra problematica, legata calo del fatturato e rivendicazioni sindacali, è l’apertura incondizionata di tutte le domeniche e festività nel corso dell’anno (salvo chiusure straordinarie): «Attendiamo la sentenza della Corte Costituzionale che stabilirà la legittimità dell’attuale normativa (Decreto Monti) dopo la vicenda giudiziaria che in Friuli oppone comuni e regione ai grandi centri commerciali - conclude Marco Morelli - se venisse confermato un numero minimo di chiusure festive (10 quelle richieste in Friuli), si potrebbe assistere a delle ricadute a livello nazionale ed anche sull’orario del nostro centro, ma per ora è solo un discorso ipotetico».

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