Sant'Orsola, piccoli frutti con un grande bilancio

di Daniele Ferrari

Una stagione record per la cooperativa agricola Sant’Orsola di via Lagorai a Pergine, che ha di fronte a sé nuove importanti sfide, a partire dalla realizzazione del futuro «villaggio dei piccoli frutti» pronto a decollare in località Cirè con un investimento da oltre 30 milioni di euro. 
 
Presentazione sabato a palazzo Roccabruna a Trento per i dati di bilancio e le nuove strategie della cooperativa avviata nel 1979 e che nel 2016 ha potuto contare su 5.180 tonnellate di frutta conferita da 800 soci, che nel pomeriggio hanno tenuto la loro assemblea annuale al teatro comunale di Pergine.
Sant’Orsola, cooperativa leader in Italia nella produzione di frutti di bosco, fragole e ciliegie tardive, nel 2016 ha evidenziato un valore della produzione di 56,9 milioni di euro (era stato di 51 milioni nel 2015 con una crescita di 5,87 milioni di euro), aumentando del 20% il valore del liquidato dai soci (pari a 23,16 milioni di euro e cresciuto di 3,79 rispetto a 12 mesi fa).
Un’annata positiva confermata anche dal risultato d’esercizio superiore a 999 mila euro (era stato di 516 mila euro nel 2015) e di un margine operativo lordo di quasi 3 milioni di euro (5,27%).
 
«I numeri che non nascono a caso, ma confermano il percorso di crescita e consolidamento intrapreso dall’azienda grazie al nuovo piano aziendale siglato nel 2016 - ha spiegato il direttore di Sant’Orsola Matteo Bortolini - una crescita resa possibile grazie al lavoro e alla collaborazione svolta dai soci e dai collaboratori della cooperativa, superando le stesse previsioni fissate nel business plan».  Piano strategico che punta a raggiungere nel 2020 le 9 mila tonnellate di frutta conferita ed i 75 milioni di euro di valore della produzione, ma soprattutto di raggiungere il traguardo di fornite nell’arco di tutti i 12 mesi frutti di bosco italiani e conferiti dagli stessi associati. 
 
Se nel corso del 2016 sono cresciuti i conferimenti di fragole (oltre 2 mila tonnellate e più 27%), di lampone (mille tonnellate e più 42% grazie alla produzione avviata nel sud d’Italia) e ribes (276 mila chili e più 21%), calano drasticamente i conferimenti di ciliegie (757 mila chili e meno 13%) vista la perdita di oltre 115 mila chili di prodotto a casa dei devastanti attacchi del moscerino della Drosophila Suzukii anche i frutteti del conoide perginese della Marzola (tra Susà, Canale e Costasavina). 
 
«Il bilancio illustrato ai soci, dimostra come l’azienda non sia solo in equilibrio economico - ha affermato Marco Bertuzzi, direttore amministrativo della cooperativa - ma patrimonialmente e finanziariamente pronta ad effettuare gli investimenti previsti nel business plan. Vanno in questo senso gli investimenti nel campo della ricerca, della tutela delle produzioni (trappole e reti contro la Drosophila) ed il nuovo centro di raccolta e lavorazione previsto a Cirè di Pergine». 
 
«Puntiamo sulla qualità e sostenibilità ambientale dei nostri prodotti, grazie all’utilizzo di varietà riconosciute a livello internazionale e tecniche colturali all’avanguardia - ha concluso il presidente della coop Silvio Bertoldi - Sant’Orsola riesce a creare un indotto economico che riversa e diffonde sul territorio trentino una ricchezza superiore ai 40 milioni di euro».

comments powered by Disqus