Capitan Forray in cattedra al De Carneri di Civezzano

Oltre ad entusiasmare sul parquet della pallacanestro, Toto Forray (al secolo Andreas Pablo Forray), riesce a galvanizzare i giovani studenti. È accaduto giovedì all’Istituto de Carneri di Civezzano, dove il trentenne playmaker argentino - capitano dell’Aquila basket nelle cui fila milita da cinque anni - è arrivato ad inaugurare e firmare i grandi poster allestiti a scuola. Seguito, accerchiato, quasi pressato dall’affetto degli studenti che frequentano i quattro corsi, il «regista» dell’Aquila di mister Buscaglia, dopo avere fatto visita ad aule e laboratori - accompagnato da docenti, compresi preside e vicepreside - si è intrattenuto per oltre un’ora in palestra dove, con il coordinamento del professor Claudio March che di basket se ne intende, ha saputo dare una vera lezione di sport e di vita.

Dalle domande senza fine proposte dagli studenti, ne è uscito un grande atleta racchiuso in una bella persona dal volto schietto e pulito. Toto ha ricordato la sua facilità, nel 2003, nel giungere in Italia (dove, con il pallone a spicchi ha scalato tutte le categorie) grazie alla cittadinanza del nonno di Salerno. Fra un video e l’altro a raccontare le imprese sportive e la settimana tipo vissuta dai fuoriclasse, tante le risposte ai molteplici interrogativi degli studenti. Ne è uscito un Toto Forray entusiasta di vivere a Trento «dove partecipo ad un programma di squadra che mi è piaciuto da primo momento».

Gli hanno chiesto: la tua vita, quella del campione, è fatta di sacrifici? «Assolutamente no» è la sicura risposta di Toto, che parla soltanto di qualche rinuncia in favore del mantenimento della perfetta forma fisica. Per il resto «io che della passione per la pallacanestro ne ho fatto un lavoro, sono qui a Trento per cercare di essere di esempio, sia in campo che fuori».

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