L'orso tra i tavoli dell'Hotel Vezzena

Tre fermi-immagine, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro: sono le 5.28, il cielo è grigio, ma ai primi raggi dell’alba la figura scura che attraversa l’inquadratura da sinistra verso destra è facilmente riconoscibile. È un orso, un esemplare dal pelo scuro che mercoledì mattina è passato davanti all’hotel Vezzena, all’omonimo passoI tuoi commenti

di Tiziano Dalprà

orsoLUSERNA - Tre fermi-immagine, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro: sono le 5.28, il cielo è grigio, ma ai primi raggi dell’alba la figura scura che attraversa l’inquadratura da sinistra verso destra è facilmente riconoscibile. È un orso, un esemplare dal pelo scuro che mercoledì mattina è passato davanti all’hotel Vezzena, all’omonimo passo.
Il plantigrado cammina lentamente (nella foto), prima a testa bassa, come ad annusare il terreno, poi procede verso Luserna/Bisele, lasciandosi alle spalle i tavolini dell’albergo che in questo periodo inizia la sua stagione estiva. Nessuna paura tra i clienti che hanno saputo della capatina e nemmeno tra i gestori dell’hotel, che per caso hanno visto gli «screen shot» della videocamera. «Per noi è un’attrattiva, non un pericolo. Questa è una giusta rivincita della natura, che noi accogliamo con piacere», dice Graziano Meneguzzo, socio della struttura alberghiera «bear friendly».
Questo orso, che sarebbe arrivato in solitaria, dovrebbe stazionare in val d’Assa, subito dopo passo Vezzena, e da qui partire di notte per le sue uscite al chiaro di luna. L’animale, nei giorni scorsi, era stato visto tra le abetaie di Vezzena in località «Vasconi». È sceso dalle montagne di cima Larici, dove già da alcuni giorni sembrava aver trovato il suo habitat. Prima di muoversi verso gli altipiani di Vezzena l’orso, probabilmente M4, è stato protagonista indiscusso sui pianori di Marcesina verso Asiago.
Tempo fa un esemplare, si presume fosse un maschio solitario, aveva fatto visita a malga Campo Mandriolo, gestita da Modesto Spiller, e a malga Costa di Sopra, gestita dal levicense Tullio Vettorazzi. «Per noi invece questa è la prima visita», racconta ancora Meneguzzo, con il sorriso sulle labbra.

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