Le associazioni chiedono  sedi per aiutare i poveri

Diversi gruppi di volontariato perginesi «cercano casa»: sul tavolo della neoassessore alle politiche sociali Daniela Casagrande ci sono una decina di domande di «urgenze» per trovare una sede. Questa ha compilato una sorta di «graduatoria» di urgenza, in base al tipo di servizio che viene svolto e al primo posto c'è la Caritas parrocchiale, per la quale c'è già la soluzione

di Alberto Piccioni

poveriPERGINE - In città le povertà aumentano, anche quelle materiali, e non solo per gli stranieri e i migranti. Lo si vede nel tipo di «utenza» che ultimamente frequenta le associazioni di aiuto alle persone in difficoltà.
Diverse associazioni perginesi «cercano casa»: sul tavolo della neoassessore alle politiche sociali Daniela Casagrande ci sono una decina di domande di «urgenze» per trovare una sede. Questa ha compilato una sorta di «graduatoria» di urgenza, in base al tipo di servizio che viene svolto e al primo posto c'è la Caritas parrocchiale, per la quale c'è già la soluzione.
La notizia, riportata su queste pagine ieri, è che Flavio Pallaoro ha concesso in comodato d'uso lo stabile di via San Pietro per permettere a Rosalba Pilati, referente dell'organizzazione ecclesiale, di continuare l'attività nel periodo di ristrutturazione dell'edificio della Provvidenza.
«La Caritas svolge un ruolo sociale importante - dice l'assessore Daniela Casagrande - distribuisce alimentari a persone che effettivamente non hanno di che mangiare. E adesso non sono più solo stranieri: si tratta anche dei nostri, delle persone di Pergine, che non arrivano a fine mese o che non hanno un lavoro per dar da mangiare ai propri figli».
La scorsa settimana la vicesindaco ha visto la richiesta della Caritas e ha contattato Rosalba Pilati e, con lei, il parroco don Remo Vanzetta. Insieme sono state valutate delle possibilità.
Inizialmente sembrava che si potesse utilizzare un appartamento in centro, ma poi è arrivata la possibilità di spostare tutta l'attività in via San Pietro.
«Si tratta di un'ubicazione anche essa centrale - spiega la Casagrande - per cui i cittadini possono accedere tranquillamente anche senza automobile. Altre soluzioni più periferiche non erano molto funzionali».
Nella «hit parade» dei bisogni urgenti c'è poi l'Auser, l'associazione guidata da Elia Bernardi , che si occupa di anziani, di persone malate o in difficoltà. «Stiamo facendo il possibile per sistemarli nel palazzo dei Canopi - dice la vicesindaco - è la sede naturale per loro, proprio accanto al Circolo comunale degli anziani». Attualmente Bernardi e gli altri volontari hanno un piccolo ufficio in via Pennella, condiviso con la Cgil. Ma non basta. Sono tante le attività e i volontari che circolano attorno all'Auser. «Anche loro, come la Caritas, svolgono un ruolo di supplenza ai servizi sociali e dove questi non arrivano per mancanza di risorse, umane e finanziarie, c'è il volontariato sociale che per la città è una risorsa importantissima».
Ora si tratterà di far quadrare il cerchio per la sede dei Canopi, dove era prevista una ristrutturazione. Da anni la presidente del circolo Carmen Osler chiede di poter ampliare la sede dove gli anziani stanno stretti da anni. L'ultima promessa l'aveva ricevuta dall'ex sindaco Silvano Corradi prima che si dimettesse. Ora con la nuova amministrazione si spera che qualcosa possa muoversi. Per le altre associazioni culturali, sportive, artistiche (se ne contano 110) i tempi sono duri: già il precedente assessore alle politiche sociali Renato Tessadri aveva tentato un accorpamento delle associazioni, chiedendo loro chi avesse intenzione di condividere le sedi. All'epoca, due anni or sono, diedero disponibilità solo gli alpini. Ma adesso le sedi non hanno più il prezzo politico di un tempo e son sottoposte spesso a canone Itea. Non si paga cioè solo un prezzo simbolico. Il Comune inoltre, grazie ad una nuova norma, non può affittare locali per conto di terzi.

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