Tuenno piange Valentino Springhetti: morto 20 anni dopo un tragico infortunio in montagna
Giovedì scorso si è svolto il funerale. Una cerimonia aperta ai familiari e a pochi intimi, secondo il desiderio della moglie Alessandra Zanon, che gestisce lo Chalet Tovel a pochi passi dal lago, e dei figli Gaia e Giovanni (al centro nella foto), che nella memoria funebre hanno rivolto «un ringraziamento al personale sanitario delle strutture che in questi vent'anni hanno accolto Valentino, ad amici e parenti che ci sono stati vicino»
TUENNO. Si è svolto giovedì scorso, con una messa in forma privata per volontà della famiglia, l'ultimo saluto a Valentino Springhetti, spentosi martedì 3 dicembre all'età di 68 anni. Persona molto conosciuta a Tuenno, Springhetti era stato vittima di uno sfortunato incidente ormai quasi 21 anni fa, quando un sasso si era staccato da una parete di roccia colpendolo in testa.
Una cerimonia aperta ai familiari e a pochi intimi, secondo il desiderio della moglie Alessandra Zanon, che gestisce lo Chalet Tovel a pochi passi dal lago, e dei figli Gaia e Giovanni (nella foto, Valentino e i familiari), che nella memoria funebre hanno rivolto «un ringraziamento al personale sanitario delle strutture che in questi vent'anni hanno accolto Valentino, ad amici e parenti che ci sono stati vicino».
Parole a cui hanno affiancato quelle toccanti della canzone di Irama "Ovunque sarai": «Se sarai vento, canterai. Se sarai acqua, brillerai. Se sarai ciò che sarò e se sarai tempo ti aspetterò. Per sempre...».
Era il 28 marzo 2004, una domenica mattina, quando Springhetti, allora 48enne di professione responsabile di un laboratorio odontotecnico a Tuenno, aveva imboccato il sentiero del Lec, tracciato suggestivo che parte dal paese e attraversa la Val di Tovel in parete, seguendo il corso di un canale di raccolta d'acqua destinata all'irrigazione. Si parte da quota 700 metri e si arriva a quota 900, per poi raggiungere il rifugio Capriolo.
Voleva trascorrere qualche ora all'aria aperta per la solita corsa, ma la sua escursione era stata tragicamente interrotta dalla caduta di un masso che, sganciatosi dalla parete sovrastante, lo aveva colpito in testa. L'uomo era rimasto a terra incosciente, tramortito per la forte botta. Fortunatamente un suo compaesano, Luciano Maistrelli, si trovava dietro di lui e aveva quindi allertato i soccorsi.
Springhetti, le cui condizioni erano parse gravi fin da subito, era stato intubato dal personale medico accorso in elicottero e trasportato al neurochirurgico dell'ospedale San Maurizio di Bolzano, dove era stato sottoposto a un delicato intervento alla testa.Lungo il percorso di riabilitazione, che lo ha visto anche riprendere a parlare, sempre però "prigioniero" del suo corpo. Viveva infatti in carrozzina, riusciva a muovere solamente la mano sinistra. «Valentino se n'è andato con il sorriso, aveva appena ascoltato il video dei nipotini Linda e Leonardo e stava mandando loro un bacio - racconta la moglie Alessandra -. Aveva anche ripreso il suo peso forma, indossava i suoi vestiti sportivi. Ha sempre vissuto con dignità, serenità e ottimismo, è sempre stato un gentiluomo. Una positività, la sua, che ci ha aiutato molto, tra alti e bassi naturalmente. Si è davvero fatto amare da tutti, ha lasciato un bel ricordo».
Un bel ricordo di certo lo ha lasciato anche nell'amico Flavio Tretter, suo coetaneo classe '55 e compagno di tante avventure. «Prima dell'incidente Valentino era un grande sportivo, un atleta, amava lo sci e la corsa e qualche volta siamo andati anche a sciare in compagnia - sono le sue parole -. Siamo riusciti nonostante tutto a mantenere un rapporto d'amicizia: andavo regolarmente a trovarlo, lui capiva e in qualche modo si faceva capire. Gli raccontavo spesso degli aneddoti della gioventù, qualche risata insieme ce la siamo fatta».