Caldes / La vittima

Andrea Papi e l’amore per Alessia Gregori, ma anche tanta passione per la montagna e il suo paese

Il ricordo dell’amico Franco Tait: «Una persona squisita, una persona veramente in gamba». Il sindaco Maini ha partecipato alle ricerche: «La famiglia necessita di sostegno e protezione. Aspettiamo venga fatta chiarezza, no all’esasperazione mediatica»

LA TRAGEDIA 26enne ucciso dall’orso: aggredito sulla strada e trascinato per cento metri 
IL GIOVANE È Andrea Papi il runner di 26 anni trovato morto a Caldes

di Piero Michelotti

CALDES. La tragedia che si è consumata nei boschi di Caldes ieri si è sparsa in un battibaleno in tutta la Valle di Sole. Già dalla serata di mercoledì - quando è stato dato l'allarme a seguito del mancato rientro a casa di Andrea Papi, 26 anni di Caldes, il runner che nel pomeriggio era uscito di casa per effettuare un'escursione in montagna - la macchina delle ricerche prontamente attivata ha coinvolto vigili del fuoco, forestali, soccorso alpino e altri volontari del territorio. È stato perlustrato il versante boschivo in destra orografica del Noce a partire da Malé fino a Caldes.

Dopo ore di ricerche, la speranza di trovare in vita il giovane ha dovuto arrendersi di fronte al ritrovamento nel cuore della notte del corpo senza vita e con evidenti ferite inferte verosimilmente da un orso. «È stato ucciso dall'orso» è l'unica versione che circola in valle, ipotesi che va ad appesantire lo stato di sconforto in cui all'improvviso si sono trovati catapultati familiari ed amici. Andrea viveva con la famiglia a Caldes con mamma Franca, operatrice sanitaria alla casa di riposo di Cles, il padre Carlo e la sorella Laura. Laureato in scienze motorie all'università di Ferrara, Andrea era un giovane molto attivo sia nella piccola comunità di Caldes che nella pratica sportiva della corsa in montagna. Proprio per questo era un assiduo frequentatore dei boschi di Caldes, zona che conosceva molto bene.

Anche mercoledì Andrea nel primo pomeriggio era uscito di casa con l'intento di effettuare una delle solite uscite in montagna. L'itinerario scelto è stato quello della salita verso malga Grum, luogo a circa 1.500 metri di quota raggiunto il quale il giovane runner ha voluto realizzare un video postato sul proprio profilo Instagram, nel quale compare anche la sua ombra e nel quale son visibili i bastoncini utilizzati per la salita. Andrea ha lasciato parlare l'aria ma ha corredato il video con la significativa scritta «Peace». Si presume siano state quasi le 18.Con ogni probabilità poco dopo ha iniziato la discesa verso casa, come aveva fatto tante e tante volte. Sicuramente avrà pensato ad Alessia Gregori, la giovane fidanzata con la quale avrebbe dovuto festeggiare il compleanno di Franco, intimo amico nonché marito di Sara, sorella di Alessia.

Solo 15-20 minuti: questo il tempo che un atleta come Andrea impiega mediamente nel percorrere la discesa e far rientro a casa. Il destino ha invece voluto che il giovane runner non arrivasse a quell'appuntamento e la sua giovane vita venisse strappata all'affetto dei suoi cari in un modo che non trova giustificazione alcuna. Appaiono quindi più che comprensibili i sentimenti di rabbia che pervadono l'aria, ma che se non controllati rischiano di gravare ulteriormente su quanti ne hanno subito i già traumatici effetti. Sconvolto e senza parole è Franco Tait, l'amico di Malé con il quale avrebbe dovuto festeggiare il proprio compleanno: «Lo aspettavo assieme ad altri amici per festeggiare al bar il mio compleanno - afferma sconsolato - con noi c'era anche Alessia che vedendo che Andrea non arrivava e non rispondeva, ha dato l'allarme. Ci siamo quindi uniti nelle ricerche ...».

Franco Tait fa fatica a parlare di Andrea al passato. Forte è il legame tra loro, non solo di natura affettiva ma anche lavorativa. Andrea ha infatti collaborato con Franco nella sua azienda di giardinaggio. «Era una persona squisita. Un giovane veramente in gamba» sono le uniche parole che gli riesce di pronunciare scuotendo in continuazione il capo. Naturalmente il pensiero va ad Alessia, la fidanzata di Andrea, che in un lampo ha visto sconvolti i propri progetti di vita di coppia che già aveva programmato di attivare.

Tra le persone che si sono immediatamente attivate appena giunta notizia che Andrea non era rientrato a casa è stato il sindaco di Caldes, Antonio Maini. «Conoscendo Andrea molto bene e avendone potuto apprezzare la serietà e l'impegno all'interno del gruppo giovani di cui ha ricoperto la carica di presidente, alla notizia che lo stavano cercando mi sono subito recato alla caserma dei pompieri e ho partecipato alle ricerche per tutta la notte.

Nonostante la numerosa ed addestrata macchina dei soccorsi abbia dimostrato ancora una volta un elevato livello di preparazione, ci troviamo a piangere per la perdita di una giovane vita. Il primo pensiero va alla famiglia che necessita di sostegno e protezione. Il pericolo che gli effetti di una esasperazione mediatica possano generare è reale. Ciò non significa non affrontare il problema ma aspettare che venga fatta chiarezza e poi come sindaci ci muoveremo di conseguenza».

comments powered by Disqus