Val di Sole / L'evento

Ossana e il 1.600 presepi: quest'anno nel borgo anche un'opera in memoria delle vittime del covid

Realizzati da gruppi, scuole, famiglie, associazioni e artisti locali, saranno visitabili dal 26 novembre all'8 gennaio. Particolarmente toccante il presepe ambientato nei luoghi della Bergamasca maggiormente colpiti dalla pandemia

STORIA L'anno scorso anche la statuetta di Agitu con le sue caprette
IL LUOGO Un paese con più presepi che residenti

TRENTO. Nel borgo di Ossana, in valle di Sole tornano dal 26 novembre fino all'8 gennaio i 1.600 presepi, esposizione organizzata dall'amministrazione comunale e dall'associazione Il Borgo Antico in collaborazione con l'Azienda per il turismo Val di Sole.

Quest'anno, tra le opere, anche "I nostri eroi", realizzata in memoria delle vittime della pandemia.

Un presepe ambientato nei luoghi della Bergamasca maggiormente colpiti dal covid, soprattutto nella prima ondata: "Questa opera vuole essere un ringraziamento a tutti quelli che hanno lavorato, in molti casi, sacrificando la propria vita durante il covid: medici, infermieri, vigili del fuoco, forze dell'ordine, volontari.

E per rendere omaggio a chi non c'è più. Sarà inoltre arricchita da un audio di sottofondo: una nonna che esorta la nipote a nutrire la speranza", spiega Luciano Dell'Eva, presidente dell'associazione Il Borgo Antico.

Agitu, la vittima di femminicidio protagonista presepe a Ossana

(di Francesco Fabbri) (ANSA) - OSSANA, 29 NOV - La vittima di un femminicidio protagonista del presepe. Così Ossana, piccolo borgo della trentina Val di Sole, rende omaggio ad Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope che proprio in questa valle si era stabilita dopo esser fuggita dall'Etiopia, nella sua manifestazione più importante: la mostra dei presepi, inaugurata ieri. Agitu era un vero simbolo di integrazione: costretta a lasciare il suo paese dopo aver denunciato il 'land grabbing' che sottraeva terra ai contadini, in Val di Sole aveva avviato un allevamento di capre di razza mochena, salvandole dall'estinzione. Un progetto complesso, difficile e che aveva richiesto grande passione e determinazione. Un esempio reale di inclusione: Agitu era entrata nel cuore della popolazione locale. A ucciderla lo scorso 29 dicembre un collaboratore della sua azienda, reo confesso, che aveva respinto. La comunità trentina di cui Agitu faceva parte è ancora scossa per quanto accaduto e soprattutto non la dimentica. E così nella 'Mostra dei presepi', la manifestazione locale più importante, la pastora etiope è la protagonista. Nel presepe dedicato a lei e a tutte le vittime di femminicidio è raffigurata intenta nella sua quotidianità, mentre accudisce le sue capre. Al suo fianco, una panchina rossa: il simbolo delle donne uccise per mano di un uomo violento. "Abbiamo scelto di fare di Agitu la protagonista dei nostri presepi per non far calare il silenzio sulla sua fine e per tenere alta l'attenzione su un fenomeno che rischia sempre di scivolare in un pericoloso cono d'ombra" commenta la sindaca di Ossana, Laura Marinelli. La mostra dei presepi di Ossana proseguirà fino al 6 gennaio. Le oltre 1.600 opere sono collocate nei cortili dei più bei palazzi del centro storico del borgo medievale, dove i visitatori troveranno anche i tradizionali mercatini di Natale distribuiti tra la piazza centrale e il Castello di San Michele, oltre a concerti, spettacoli itineranti, e decine di casette per il mercatino. Tutto, ricordando Agitu: la pastora etiope-trentina. (ANSA).

Tutte le opere vengono costruite artigianalmente da gruppi, scuole, famiglie, associazioni di volontariato, singoli cittadini e artisti locali, utilizzando materiali spesso inconsueti: uno dei presepi, ad esempio, è stato realizzato esclusivamente con cera d'api della Val di Sole.

E con temi che talvolta esulano dal contesto natalizio. Come il presepe della Grande Guerra, allestito all'interno del Castel San Michele e composto in occasione del Centenario del primo conflitto mondiale; il presepe in movimento (situato vicino alla chiesa di San Vigilio) che riprende scene della vita paesana di un tempo; il presepe dei diritti delle donne, per ricordare tutte le vittime di violenza di genere e femminicidio; il presepe del Monte Giner, messo a punto per i 60 anni dal disastro aereo del 1956 in località Pale Perse.

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