Sport / Polemica

Crossodromo di Coredo, valanga di firme contro la chiusura, la petizione vola

Quasi 1700 cittadini e 32 aziende di Predaia chiedono alla giunta comunale di ripensarci: «Fra l’altro abbiamo speso 70 mila euro dei nostri per costruirlo, chi ci ripagherà?

COREDO. 1683 firme raccolte tra i cittadini, 32 sottoscrizioni di sole aziende di Predaia. Questi i numeri della “Petizione per la riapertura del crossodromo di Coredo” lanciata dal Moto Club Rallo nelle scorse settimane. Giovedì mattina il presidente Davide Corrà con una delegazione di soci del club ha protocollato le firme presso il municipio di Predaia insieme ad una lettera indirizzata alla sindaca Giuliana Cova, agli assessori e ai consiglieri del comune.

«Abbiamo voluto consegnare le firme prima che l’ordinanza del consiglio comunale che limita l’utilizzo del crossodromo diventasse esecutiva - afferma Davide Corrà- ma nel paese di Coredo e in tutta la valle ci sono ancora tante persone che vogliono firmare la petizione. Non ci aspettavamo un sostegno così ampio, è incredibile quante persone, non soltanto praticanti di questo sport, si siano avvicinate alla nostra causa: se dovesse servire continueremo con la raccolta».

La lettera indirizzata agli amministratori di Predaia non lascia spazio ad interpretazioni e va dritta al sodo: «Chiediamo di prendere in considerazione la nostra petizione forte di 1683 firme di persone e 34 aziende favorevoli alla riapertura del crossodromo nel fine settimana e di rettificare quanto deliberato dal consiglio comunale, spostando i giorni di utilizzo del crossodromo nei giorni di giovedì, venerdì, sabato e domenica». I soci del club, composto per la maggior parte da ragazzi residenti a Predaia, spiegano che «vietare l’utilizzo della struttura nel fine settimana equivale, di fatto, a determinarne la chiusura definitiva».

All’amministrazione viene rivolta una richiesta chiara, quindi, ma ci sono altri quesiti all’interno della missiva: «Perché il nostro presidente non ha potuto partecipare alle riunioni organizzate dal comune insieme ai rappresentanti dei comuni di Predaia e Sanzeno, delle consulte frazionali, del parroco di Sanzeno e dell’ApT Val di Non, essendo noi investitori del progetto con 70.000 euro versati nelle casse del Comune? Perché non è stato comunicato alla Provincia autonoma di Trento, che ha finanziato il progetto con più di un milione di euro, la volontà di chiudere il crossodromo nel fine settimana con un’ordinanza, nonostante fosse tutto regolare ed a norma di legge? Se riusciste davvero nel vostro intento di chiudere il crossodromo, chi si prenderà la responsabilità di risarcire i nostri 70.000 euro versati per costruirlo?».

I soci del Moto Club lamentano inoltre di non aver trovato alcuna apertura da parte dell’amministrazione, nonostante le numerose argomentazioni presentate a sostegno delle richieste. «Nonostante i diversi tentativi di dialogare con voi per trovare insieme un accordo sull’utilizzo del crossodromo nel fine settimana -continua la lettera- e dopo avervi esposto decine di soluzioni per andare incontro alle esigenze di tutti, non ci avete mai preso in considerazione. Ci siamo sentiti dire che il motocross è uno sport di nicchia e per pochi, e che nessuno vuole il crossodromo, ma il largo consenso riscontrato da cittadini, operatori turistici ed economici è la prova tangibile che la realtà è un’altra».

La mobilitazione “popolare” del Moto Club Rallo si unisce a quella “giudiziaria” intrapresa dal Moto Club Valli del Noce, gestore del crossodromo, con il ricorso al Tar di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi. A questo si aggiungono le lettere protocollate dalle consulte di Coredo e Tavon lo scorso 21 luglio in cui i rappresentanti dei cittadini delle due frazioni chiedono all’amministrazione comunale di «rettificare la delibera rendendo usufruibile il crossodromo nelle giornate di sabato e domenica».

Il dibattito sul crossdromo di Coredo si sta quindi espandendo a macchia d’olio in tutta la valle (e anche oltre), e non sembra destinato a placarsi.

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