Occupazione / Il caso

Il personale non si trova, cameriere-robot in aiuto in pizzeria a Peio: “Un incubo trovare chi vuole lavorare”

L’esperimento al ristorante pizzeria “Il Cantuccio”: supporto a sbarazzare i tavoli, ma non sostituisce le persone. I titolari: “E dire che offriamo uno stipendio dai 1.400 ai 1.700 netti”. L'investimento per questo robot, se i proprietari del locale decideranno di acquistarlo, supera i 20 mila euro

di Flavia Pedrini

PEIO FONTI. Dagli appelli social ai colloqui fatti durante i Recruiting day, le giornate di incontro fra domanda e offerta di lavoro. Dal passa parola alla ricerca di personale attraverso l'Agenzia del lavoro. Tutte le carte messe in campo dai titolari del ristorante pizzeria "Il Cantuccio" di Peio Fonti non sono bastate. La stagione turistica è iniziata, ma all'appello mancano ancora alcune figure. «La ricerca del personale? Un incubo», commenta sconsolata Silvia Gionta, che gestisce l'attività con il fratello Enzo e la mamma Antonella.

E allora, ecco l'idea. Visto che di "umani" pronti a lavorare in sala o in cucina non se ne trovano, i titolari hanno pensato di ricorrere all'aiuto del "cameriere - robot", già sperimentato anche in qualche altra struttura del Trentino. Una sorta di carrello tecnologicamente avanzato con il musetto da gatto. «Venerdì verranno a installare la parte del software e inseriranno la piantina, poi da sabato partiremo con la sperimentazione. Ma non sostituirà le persone - assicura - Darà una mano a sbarazzare i tavoli, lavoro che di solito faceva il "runner", il cameriere senza esperienza. Saremo sempre noi a consigliare e coccolare i clienti.

Dunque il robot non avrà rapporti con loro e non porterà né piatti né bevande. In concreto viene comandato da una App del telefono: il cameriere va al tavolo, lui lo segue e torna in cucina con i piatti, mentre il ragazzo resta al tavolo con i clienti. Per noi che abbiamo la terrazza esterna è un aiuto. Non rubiamo il lavoro a nessuno».

L'investimento per questo robot, se i titolari decideranno di acquistarlo, supera i 20 mila euro. Alla soluzione tecnologica, assicura Gionta, avrebbero preferito quella di persone in carne ed ossa. Ma non è stato possibile, spiega. «Dal mio profilo Facebook sto rispondendo a tutti i post di annuncio di ricerca di lavoro come cameriere. Ho fatto anche dei colloqui a Castel Caldes, attraverso la Provincia, ma niente».Quella del ristorante di Peio Fonti è un'attività a gestione famigliare. Nel 2003 l'apertura di un negozio di alimentari e poi, dal 2008, la scommessa sul mondo della ristorazione, che si è affiancata alla precedente attività.

All'appello, come detto, mancano almeno un paio di persone. «Noi abbiamo un'attività stagionale. Apriamo dal 1° di giugno al 20 settembre e poi da inizio dicembre fino a Pasqua. Di solito siamo in 5-6 persone di base, che si aggiungono a noi. Poi di solito in agosto e a Natale ne servono altri 2 o 3. Per ora abbiamo trovato un aiuto in cucina tramite passa parola, una persona della valle: è perito elettronico, ma molto bravo e appassionato. Poi un ragazzo siciliano tramite i social. E dal 10 del mese dovrebbero arrivare altre due persone: uno che finisce l'esame da geometra, che farà il cameriere e una ragazza di Torino che finisce uno stage. Poi ci sono gli altri famigliari». In cucina, per fortuna, c'è la mamma. La ricerca di uno chef non è andata a buon fine. «Cercavamo un cuoco, ma l'unica persona arrivata aveva molti problemi di salute».

Il tema della carenza di personale nel settore turistico e della ristorazione non è certo confinata alla sola val di Sole. C'è chi punta il dito contro salari da fame e lavoro sfruttato. Ma Silvia Gionta replica: «Chi viene a fare la stagione riceve dai 1400 ai 1800 euro netti in busta paga, più vitto e alloggio». E gli orari? «Le pulizie le sto facendo io e quest'anno, per la prima volta in 13 anni, abbiamo deciso di chiudere tre ore il pomeriggio. La mattina i camerieri iniziano verso le 10.30 -11, finiscono verso le 15 e poi ricominciano alle 18, fino alla chiusura. Tenga presente che non siamo mai andati a casa dopo le 22.30. L'appartamento è a due chilometri e teniamo conto dell'orario del pullman. Le ultime stagioni sono sempre peggio per quanto riguarda la ricerca di personale».

E allora perché non si trova personale? «Per me manca la voglia di lavorare - risponde - L'unico pensiero sono i soldi e i ragazzi non sono disposti a formarsi, anche se non hanno esperienza. A maggio ho pagato un corso di formazione ad una ragazza che doveva fare la barista, ho preparato il contratto e il giorno prima di venire mi ha detto che rinunciava. Poi ho saputo che ha fatto così in altri tre locali».

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