Val di Non / La tragedia

L'ultimo abbraccio a Thomas Ziller, il 26enne morto nell'incidente: «Qualcosa di te vivrà e darà vita»

Sanzeno, ieri l'intera comunità si è stretta attorno ai familiari del giovane che ha perso la vita mentre stava lavorando su un trattorino tagliaerba a Sfruz

IL DRAMMA Muore a 5 giorni dall'incidente, il papà di Thomas: "Era un ragazzo splendido"

di Fabrizio Brida

SANZENO. «Chi più alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna».

Thomas Ziller è salito in alto nel cielo, è volato al di là dell'orizzonte.

Lo ha fatto in un'atmosfera intima, delicata, accompagnato dalle tante, tantissime persone che gli hanno voluto e gli vogliono bene.

Troppo piccola stavolta la Basilica dei Santi Martiri a Sanzeno per accogliere tutti coloro i quali ieri pomeriggio, 13 maggio, hanno voluto "accarezzare" un'ultima volta Thomas, il giovane operaio comunale spentosi a 26 anni dopo aver lottato cinque giorni per la vita a seguito di un incidente sul lavoro.

Grande, invece, enorme l'abbraccio con cui una valle intera si è stretta intorno ai suoi affetti più vicini: alla mamma Roberta e al papà Michele, al fratello Simone e alla sorella Gaia, alla fidanzata Elisabetta. Una folla composta, silenziosa, rispettosa.

C'erano i familiari, i compaesani, gli amici di ieri, di oggi, di sempre. Una fila infinita di persone che dalla chiesa saliva fino alla piazza del paese.

«Ci siamo davvero tutti, in un abbraccio totale - ha esordito padre Giorgio Silvestri nel celebrare la cerimonia, durante la quale è stato affiancato da don Daniel, padre Paolo e don Raimondo, quest'ultimo in rappresentanza della comunità di Sfruz, dove il giovane lavorava -. È l'abbraccio di una comunità unita nell'affetto, nell'amicizia, nella vicinanza. Thomas in questi giorni è riuscito davvero a scaldare i cuori di tutti, a tirare fuori la tenerezza che ognuno di noi ha dentro. E ci ha insegnato quanto sia bella e preziosa la vita, e quanto, come un fiore delicato, vada curata e custodita».

Sono state parole capaci di toccare l'anima quelle di padre Giorgio, che ha ricordato come Thomas fosse un ragazzo gentile e generoso, un giovane sensibile e attento agli altri. «Lo è stato anche nel suo ultimo gesto - ha aggiunto -. Con la donazione degli organi, qualcosa di lui continuerà a vivere e a dare vita. Anche questo riscalda il cuore».

Dolci le frasi nei confronti dei genitori e dei fratelli, così come il pensiero rivolto alla fidanzata Elisabetta, che con le sue carezze instancabili ha dimostrato come l'amore non conosca barriere: «È forte ed è per sempre».

Anche i ricordi degli insegnanti della scuola alberghiera di Ossana.

L'articolo completo è sull’Adige di oggi 

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