Tradizioni / Cultura

Taio, le fruste hanno il loro museo: “Un oggetto legato al nostro paese”

L'obiettivo dell'amministrazione comunale locale è ora quello di farlo conoscere e di fare in modo che le scolaresche vengano a visitarlo: "Proposta dalle grandi potenzialità"

TAIO. Il museo delle fruste, testimone nel tempo di un pezzo di storia di Taio, è finalmente realtà. È stato inaugurato domenica 8 maggio, con un momento sentito all'interno della sagra di San Vittore.

«Abbiamo voluto fortemente questo museo per tenere viva la memoria e trasmettere ai giovani l'importanza che ha avuto e la ricchezza che ha portato l'industria dei manici da frusta a Taio - spiega il presidente dell'associazione "Taio Ieri - Per non dimenticare" Armando Larcher -. I punti cardine del nostro statuto sono tre: la Roza, i mulini e, appunto, i manici da frusta. Oggi sono rimasti solamente i fratelli Rocco e Tullio Tamè a portare avanti quest'arte e con l'inaugurazione di domenica aggiungiamo un ulteriore, fondamentale tassello nella valorizzazione delle tradizioni di una volta. Ci tengo a ringraziare l'amministrazione comunale di Predaia, che ci sostiene».

È il vicepresidente e segretario dell'associazione Giorgio Chilovi a offrire un assaggio della storia racchiusa nello spazio allestito grazie alla disponibilità di Franco Zambiasi. «Tutto è partito nel 1830 dal nostro compaesano Simone Barbacovi, che dopo le esperienze a Salorno e nel bresciano aveva fatto ritorno a Taio, dove iniziò a fabbricare e a commerciare le prime fruste insieme a tre amici - racconta Chilovi -. La produzione crebbe: nel 1870 le fabbriche erano 12, nel 1921 arrivarono a un massimo di 21, con 350 addetti e una produzione annua di 70 mila dozzine di fruste. Nel 1903 nacque anche un consorzio di frustai. Poi, dopo il 1950, la richiesta calò e di conseguenza anche le fabbriche. Oggi rimangono i fratelli Tamè a proseguire la tradizione».

Un ringraziamento particolare ad Armando Larcher e Giorgio Chilovi per il grande lavoro che stanno portando avanti arriva da Elisa Chini, membro di "Taio Ieri" ed ex assessora alla cultura di Predaia, e dall'attuale assessora Ilaria Magnani. «Persone come Armando e Giorgio sono la memoria storica di Taio, hanno dato l'input per far conoscere la storia anche economica del nostro paese con impegno e orgoglio» dichiara Chini. «Grazie a loro, e a Franco Zambiasi, il Comune di Predaia si arricchisce di un nuovo museo.

L'obiettivo dell'amministrazione comunale è ora quello di farlo conoscere e di fare in modo che le scolaresche vengano a visitarlo» aggiunge Magnani (nella foto, da sinistra, Ilaria Magnani, Armando Larcher, Giorgio Chilovi ed Elisa Chini). Per conoscere, e dare il giusto valore, a pagine indelebili della storia di Taio, il paese delle fruste.

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