Mineraria / Il progetto

Non solo mele e server dati: nelle gallerie nonese anche affinamento di spumante Trentodoc (e acqua per irrigare)

A Torra, via libera a nuovi piani di scavo: sette nuove enormi «camere» per il vino, nuovi tunnel da 700 metri, e pure enormi bacini di acqua per l’irrigazione

di Giorgia Cardini

PREDAIA. Si è trasformato in un progetto definito nei dettagli, e che presenta numeri importanti, l'accordo di programma sottoscritto 13 mesi fa in Provincia per la realizzazione dei magazzini ipogei per l'affinamento dello spumante Trentdoc.Il progetto è stato depositato pochi giorni fa dal Gruppo Miniera San Romedio negli uffici dell'Agenzia provinciale per l'ambiente per il necessario screening che porterà poi alle autorizzazioni ambientali.

Al centro della revisione del disegno sottoposto a valutazione d'impatto ambientale nel 2009 c'è la realizzazione di sette nuove camere di coltivazione nel giacimento della Dolomia di Torra, all'interno del sito di Rio Maggiore. Camere grandissime, che non erano incluse nel progetto preliminare autorizzato nel 2010, che prevedeva comunque la realizzazione complessiva di 64 gallerie.

Meno vuoti sotto terra. A cambiare, alla fine, sono innanzitutto i volumi di scavo totali previsti: si passerà infatti da 1.050.248 metri cubi delle procedure di Via 2009 e screening 2019 (quando ci fu una importante revisione) per la stessa zona mineraria ai 645.197 mc previsti oggi e per il futuro. Da considerare che, nella parte già autorizzata, sono previsti anche i bacini idrici sotterranei che potrebbero stoccare complessivamente fino a 500.000 metri cubi di acqua per soddisfare le esigenze irrigue dei Consorzi di miglioramento fondiario e quelle di approvvigionamento dei Comuni. Bacini di cui, pochi mesi fa, proprio i Cmf sono tornati a chiedere che siano realizzati.

Sette camere per i vini. Tornando però al progetto ora in valutazione (con la presentazione di osservazioni aperta fino al prossimo 31 dicembre), le gallerie funzionali all'ampliamento della zona di stoccaggio dei vini sono sette: tre nuove gallerie estrattive al livello 0 (560 metri circa), quattro al livello 1 (584 metri), tutte scavate con esplosivo, così come le due gallerie di raccordo previste con la viabilità interna esistente.

La geometria di scavo è stata pensata proprio per la riconversione delle camere a deposito per l'affinamento dei vini, una volta che la coltivazione di dolomia sarà esaurita.

La prima galleria di raccordo sarà lunga complessivamente 156 metri con larghezza pari a 8 metri per i primi 40 metri e poi allargamento progressivo fino a 12 metri e altezza massima di 7,50 metri: da questo tunnel si dipartiranno le prime tre camere destinate all'uso enologico, mentre dal secondo (lungo 190 metri e largo da 8 a 12 metri), saranno scavate le altre quattro, che avranno altezza e larghezza pari alle prime tre.

Complessivamente, questa parte del progetto prevede un volume totale di scavo di 108.952,62 mc, su una superficie totale di 16.807,60 mq.

Accessi migliorati. Ma c'è anche una seconda parte, in cui sono previste modifiche sostanziali al sistema di accessi e trasporti esterni e interni alla cava di Rio Maggiore. In particolare, sarà costruita una galleria che collegherà i primi tre lotti delle celle ipogee di Melinda con l'esterno, mentre sarà modificata l'uscita di emergenza prevista per il quarto lotto del sistema di frigoconservazione. Complessivamente, i due nuovi tunnel saranno lunghi 720 metri, con larghezze variabili da 8 a 12 metri e altezze tra 7,50 e 11 metri. In questo caso, la previsione concerne lo scavo complessivo di 76.992,70 mc per una superficie totale di intervento di 7.696 mq.

Gli impatti previsti. La relazione tecnica che accompagna lo studio preliminare ambientale sintetizza quali sono gli impatti previsti alla luce delle precedenti autorizzazioni date nel 2009-2019 e delle modifiche proposte. In particolare, si rileva un calo dei flussi di traffico, per la diminuzione dei volumi estratti e per l'apprestamento di un sistema trasporto automatizzato delle merci.

Impatti positivi sono poi previsti dal riutilizzo finale delle miniere come aree di stoccaggio delle mele e degli spumanti, perché saranno evitate nuove occupazioni di suolo esterno. Previsti anche un minor utilizzo di risorse idriche ed effetti trascurabili per quanto riguarda un fenomeno che giustamente potrebbe preoccupare i residenti delle aree vicine: la subsidenza, ossia l'abbassamento del terreno in conseguenza degli scavi.

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