Sanità / L’intervista

La psichiatra: “Con il Coronavirus ansia e depressione sono cresciute”

L’analisi di Marta Mattarei: “Ansiolitici e antidepressivi sono aumentati con la pandemia. Sembra però che finora Covid non abbia inciso sull'incremento dei suicidi”

di Lara Zavatteri

MALÉ. Da luglio sarà in pensione la dottoressa Marta Mattarei, classe 1958, nativa di Almazzago (Commezzadura) ma sposata a Mezzana in val di Sole, medico psichiatra presso l'Unità Operativa Psichiatria del Distretto Ovest, responsabile di struttura semplice del Centro di salute mentale di Cles.Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università di Bologna nel 1984, dall'84 all'88 nelle valli del Noce ha ricoperto vari incarichi come guardia medica e sostituzione dei medici e si è specializzata in Psichiatria sempre nella stessa Università nel 1988. Ha svolto la sua attività al Centro di salute mentale di Cles dal 1988 ad oggi, tranne una parentesi dal 1989 al 1991, quando ha ricoperto il ruolo di aiuto psichiatra in SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) a Borgo Valsugana. Marta Mattarei da settembre pensa, inoltre, di aprire uno studio privato a Cles. Le abbiamo rivolto alcune domande in merito alla sua professione ed anche nel contesto della pandemia.
Com'è cambiato l'approccio alle malattie psichiatriche negli anni?

«Con la sensibilizzazione a livello territoriale lo stigma è venuto meno, ma bisogna combattere quotidianamente contro il rischio di emarginazione sociale. C'è ancora molto lavoro da fare. Un lavoro a livello culturale nel senso di tenere alta l'attenzione, cercando di istituzionalizzare sempre meno il paziente in strutture di tipo ospedaliero, ricoverando il meno possibile e seguendo il paziente in continuità e con competenza sul territorio."

Com'è la situazione in val di Sole e val di Non?

«C'è un incremento delle persone che si avvicinano al servizio, il Covid ha fatto aumentare le forme ansiose depressive per la solitudine, l'isolamento, il timore di ammalarsi. I disturbi gravi restano su percentuali stabili, nelle vallate c'è una percentuale importante di disturbi dell'umore. C'è grande collaborazione con il Servizio di psicologia, se i disturbi vengono trattati sia dal medico sia dallo psicologo la prognosi è più favorevole».

La pandemia ha inciso e incide sui comportamenti dei singoli?«Soprattutto per i disturbi dell'ansia e depressivi, soprattutto per quanto concerne l'isolamento».

È aumentato l'uso dei farmaci?

«Ansiolitici e antidepressivi sono aumentati in relazione all'incremento di ansia, depressione e disturbi del sonno, sempre per la pandemia. Sembra che finora la pandemia non abbia inciso sull'incremento dei suicidi».

Serve qualcosa di specifico in valle di Sole e di Non? Strutture, ambulatori, personale, aiuti?

«In tutto il Trentino se ne andranno alcuni medici psichiatri e recuperarli non sarà facile, c'è difficoltà nel reperire medici e infermieri. In particolare nelle zone periferiche il continuo ricambio rende più difficile favorire la continuità terapeutica. Per il resto la filiera è completa, dall'ambito ospedaliero alle strutture residenziali, ai centri diurni, cito anche il centro H24 a Cles, centro di crisi alternativo al ricovero ospedaliero».

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