Chiusura del day-hospital di Cles: i sindaci nonesi uniti chiedono la riapertura immediata

di Guido Smadelli

L’auspicio è che il day hospital oncologico possa essere riaperto quanto prima. I sindaci della valle di Non, riuniti ieri in Conferenza informale (dato il Covid, a mezzo video) sono concordi nel ritenere la chiusura del day hospital problematica e non condivisibile.
«C’è piena condivisione da parte di tutti i sindaci - afferma il presidente della Conferenza, Martin Slaifer Ziller -. Ora stiamo lavorando alla stesura di un documento, che sarà diffuso quanto prima. Prima di divulgarlo però attendiamo che tutti i sindaci diano in merito parere favorevole, perché nostro scopo primario è operare in un clima di condivisione».
Le perplessità emerse sulla chiusura del day hospital - che l’assessore provinciale Stefania Segnana ha assicurato temporanea - sono notevoli. «Ad iniziare dalle condizioni climatiche del periodo», commenta Slaifer Ziller. Raggiungere Trento, da alcune località periferiche, comporta tempi assai lunghi, per persone già in condizione di disagio, ancor più per i “cugini” della valle di Sole, primi a muoversi per chiedere una tempestiva riapertura del day hospital. Situazione trasporti che peggiora, e non di poco, in caso di abbondanti precipitazioni nevose, peraltro annunciate dalle previsioni meteo per questi giorni.
«Chiediamo inoltre chiarimenti per poter avere una visione più ampia sulle problematiche riguardanti il settore sanitario nelle valli, in particolare l’ospedale di Cles, e sui progetti eventualmente allo studio della Provincia, dato che si tratta di una struttura di primaria importanza. Con la volontà - annuncia il presidente - di condividere la richiesta con i colleghi della valle di Sole, dato che anche loro fanno riferimento all’ospedale clesiano».
Quello del day hospital oncologico non è comunque il solo problema d’attualità nel settore sanità. Ad esempio a Fondo, dove ha sede una delle associazioni che si occupano di trasporto infermi, da tempo viene richiesto che, come avviene per molte realtà similari nel resto della provincia, a bordo del mezzo di soccorso vi sia un professionista.
«Qui opera un gruppo di volontari preparati - afferma il sindaco di Borgo d’Anaunia, Daniele Graziadei -. La presenza di un infermiere professionale sull’ambulanza è però una garanzia e una necessità, in certi casi. Attualmente si sta facendo una sperimentazione, con l’infermiere a bordo nelle giornate di venerdì, sabato e domenica: la richiesta dell’associazione è che possa esserci tutti i giorni».
Già, non è detto che un caso delicato o grave, che richiede la presenza di una figura sanitaria professionale, avvenga esclusivamente nei weekend… «Un incontro con l’assessore Segnana era stato previsto, ma poi rinviato per vari motivi - afferma Graziadei -. Speriamo che questo problema possa avere risposta prima possibile».

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