Dei 42 nuovi contagi Covid di ieri 30 sono fra i raccoglitori di frutta dove c'è la "quarantena attiva"

Rimane alto il numero dei contagi in Trentino: 42 sono i nuovi positivi, una trentina dei quali nel comparto dell'agricoltura. Come evidenzia l'Azienda sanitaria provinciale sono due le persone sintomatiche, un dato che spiega «come quasi la totalità dei nuovi casi sia emerso grazie all'attività di contact tracing».

Se i numeri a doppia cifra spaventano (42 contagi ieri, 51 sabato, una quindicina le classi tuttora in quarantena), il direttore del Dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria sottolinea un concetto già espresso in passato: «Da noi si fanno più tamponi rispetto ad altre zone d'Italia - spiega il dottor Antonio Ferro - Noi gli asintomatici li andiamo a cercare attraverso screening e contact tracing, li troviamo e li isoliamo prima che manifestino i sintomi. Facciamo tamponi non a caso, ma mirati, dove serve. Abbiamo un buon uso dei tamponi. Se si isolano gli asintomatici, si evita la diffusione del virus».

Questo, secondo la nostra Azienda, spiegherebbbe anche perché il Trentino è balzato in alto nella classifica delle zone di contagio in Italia. Perché sale l'indice fra tamponi e contagi (in Trentino L'incidenza è arrivata a 36,85, la media italiana a 15,42),  ma la "cartina al tornasole" dell'andamento del contagio - evidenzia il dottor Ferro - sono i numeri dei ricoveri in ospedale: i pazienti sono 12 (in lieve calo dato che sabato erano 13, ma se si torna al primo settembre erano solo 4); non ci sono ricoveri in rianimazione per Covid-19. Nove sono nei reparti comuni, e 3 pazienti sono nel reparto "alta intensità".

Sul fronte degli screening, la Provincia informa che i tamponi ieri sono stati 1.541, di cui 690 analizzati in Azienda sanitaria e 851 dalla Fem, Fondazione Edmund Mach.

Come si ricorda, il comparto dei raccoglitori di frutta, grazie ad un protocollo speciale firmato dalle associazioni di categoria con la Provincia ed avallato dal Commissario del Governo, gode di un trattamento speciale: la procedura - denominata con una discreta dose di fantasia "quarantena attiva" - prevede la registrazione accurata degli ingressi, la somministrazione di test e, soprattutto, l’osservanza di quella che i tecnici hanno definito “quarantena attiva”. In breve, le aziende agricole sono chiamate ad allestire luoghi controllati per gruppi di massimo quattro persone per isolare meglio eventuali insorgenze di contagio e per facilitare l’attività di contact tracing.

La novità è che i braccianti vengono controllati subito, poi vanno a lavorare immediatamente in piccole squadre di massimo 4 persone; il punto debole della trafila è che questi lavoratori non solo lavorano, ma poi dormono e mangiano insieme, e la vigilanza è assolutamente necessaria.

Ad animare l’azione di Provincia e imprenditori erano state le esigenze da una parte della sicurezza e dall’altra dell’economia. Obiettivi che in piazza Dante sono stati seguiti - come spiegava un comunicato stampa un mese fa - "con la massima attenzione. Dopo il turismo è infatti ora la stagione della raccolta della frutta a richiedere un piano di intervento accurato". L'11 agosto al tema era dedicata una specifica riunione della task force provinciale sul Coronavirus alla quale hanno partecipato in videoconferenza il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, gli assessori all’agricoltura e alla salute, rispettivamente Giulia Zanotelli e Stefania Segnana, nonché dirigenti di Provincia e Azienda sanitaria.

Al centro dei lavori, come detto, c'era stata la preparazione dell'ordinanza per gestire l’ingresso in Trentino di circa seimila lavoratori provenienti per lo più dall’Est Europa.

La procedura si basa soprattutto sulla "fondamentale collaborazione del datore di lavoro per rendere questo tipo di l’isolamento ancora più efficace". Secondo la giunta proivinciale, "si rende necessario un approccio di sistema, garantito dalle singole aziende, dalle loro organizzazioni, dalla Federazione Trentina della Cooperazione e, sul piano dei controlli, da parte dell’amministrazione provinciale. Parte di queste misure sono peraltro già previste e postitivamente sperimentate dal Protocollo di salute e sicurezza sul lavoro in agricoltura e nei lavori forestali".

La procedura aveva ricevuto un via libera da parte degli agricoltori. «Siamo molto soddisfatti di apprendere che la Provincia abbia attivato questo piano per l’agricoltura in particolare con l’introduzione della quarantena attiva - ha spiegato il presidente di Coldiretti Trento Gianluca Barbacovi - uno strumento fondamentale per le nostre aziende agricole e che Coldiretti ha chiesto di attivare da subito».


COME LO SPIEGAVA LA PROVINCIA IL 21 AGOSTO - Dal comunicato stampa ufficiale: "La convenzione prevede che il datore di lavoro di ciascuna azienda, sentito il referente Covid aziendale, se presente, invii, per il tramite della Federazione trentina della Cooperazione, al Servizio Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell'Apss, all'indirizzo mail segreteria.uoisp@apss.tn.it, la segnalazione di inizio della quarantena e la contestuale richiesta di effettuazione del tampone, con i dati del lavoratore.

In caso di tampone negativo il lavoratore potrà proseguire la sua attività nel rispetto della quarantena attiva fino al quattordicesimo giorno dall'ingresso in Italia.
In caso di tampone positivo il Servizio igiene pubblica del Dipartimento di prevenzione dell'Apss chiamerà il lavoratore per l'indagine epidemiologica, che riguarderà anche i contatti lavorativi.

In questo caso è onere del lavoratore comunicare al proprio datore di lavoro l’avvio del periodo di astensione dal lavoro.

Vademecum e check list sono il risultato dell'attività, realizzata con un approccio organico, unitario e di sistema, da un gruppo coordinato dall'Assessorato all'agricoltura della Provincia, sul modello di quanto fatto in questi mesi di emergenza Covid, in stretta collaborazione con la Cooperazione e le associazioni agricole.
Grazie a questi documenti, patrimonio comune di tutto il settore agricolo provinciale, ogni datore di lavoro e ogni lavoratore saranno guidati nella loro operatività per assicurare le massime garanzie possibili nella prevenzione della diffusione del virus.
L’obiettivo era di mettere assieme le necessità delle aziende agricole, particolarmente impegnate in questo periodo di raccolta, con la sicurezza di tutta la comunità di fronte al rischio di contagio da Covid-19".

 

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