Bandito, avventura a lieto fine segue i turisti sul Vioz ritrovato al canile di Bolzano

di Lara Zavatteri

In barba a guide turistiche e a coloro che accompagnano i turisti sui sentieri di montagna, un Bandito, senza peraltro nessun intento di derubare ignari villeggianti, ha accompagnato alcuni di loro sulle cime della val di Peio, perdendosi.

Protagonista di questa storia è un cane di 9 anni, un pastore del Lagorai di nome, appunto, Bandito, che ha vissuto un’avventura per fortuna a lieto fine. Tutto è iniziato qualche settimana fa quando Bandito, il cane del titolare dell’azienda agricola Casanova a Peio, Riccardo, ha deciso di accodarsi ad alcuni turisti che erano nei pressi della stalla, arrivando con loro fino al rifugio Mantova al Vioz.

Qui Bandito si è fermato per tutta la notte, amorevolmente accudito dal gestore del rifugio, Mario Casanova, che l’ha rifocillato e si è assicurato che avesse una coperta calda. Ma, nonostante la dormita, Bandito non era intenzionato a tornare a casa né ad abbandonare il suo vagabondaggio per le montagne, così il giorno seguente, con un gruppo di alpinisti, ha raggiunto il Cevedale, facendo tutta la traversata.

A questo punto però il gruppo ha perso di vista Bandito che, imperterrito, ha seguitato a girovagare altrove, mentre il suo padrone lo cercava, per 2 giorni e senza più molte speranze.

Spiega Riccardo Casanova: «Dopo 2 giorni abbiamo pensato anche che fosse morto, anche per via delle bufere, invece poi abbiamo ricevuto la telefonata del veterinario di Cles che ci ha informato che il cane era al canile di Bolzano». Durante la sua assenza Mario Casanova, che aveva offerto ospitalità al cane la prima notte della fuga, ha allertato i rifugi per far sapere che Bandito non era tornato a casa: nel frattempo si trovava al rifugio Martello. Poi, non si sa bene come - spiega Riccardo Casanova - il cane è stato portato al canile di Bolzano: qualcuno deve aver fatto la segnalazione ma perché sia finito al canile non è chiaro.

In ogni caso, una volta giunto nella struttura, Bandito è stato riconosciuto grazie al microchip e il veterinario di Cles ha contattato i proprietari, che prontamente sono corsi a riprendere il loro animale, forse finalmente stanco di bighellonare.

Insomma un’avventura finita bene, anche se con molta preoccupazione per la famiglia Casanova e per coloro che vogliono bene a Bandito. Da parte del proprietario, un ringraziamento a tutti coloro che si sono prestati per ritrovare il fuggitivo che, una volta tornato a casa, si spera non voglia di nuovo accompagnare per i monti i turisti della zona.

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