L'orso del Peller appare ad un ciclista di passaggio «E' sempre lì in zona»

L’orso gli è comparso davanti mercoledì sera, intorno alle otto, mentre in bicicletta stava affronando la salita, a circa 500 metri di distanza dal luogo in cui, lunedì scorso, sono rimasti feriti Christian e Fabio Misseroni, protagonisti di uno sfortunato incontro con un plantigrado. Ma questa volta è andata diversamente.

Il ciclista, che vuole mantenere l’anonimato, racconta: «Ero a circa 500 metri dal luogo dell’aggressione - spiega -. Ero in bici e un orso è uscito da destra, attraversando la strada: ho rallentato, ho aspettato che si mettesse comodo, per così dire, poi ho ripreso lentamente la mia marcia scattando alcune foto in sequenza».
Come si vede dalle immagini, l’orso ha osservato l’uomo cercando quasi di nascondersi dietro a un alberello decisamente troppo “magro” per la sua stazza, mantenendo un atteggiamento tra il guardingo e il curioso. Non si trattava di un esemplare adulto, ma l’uomo non ha avuto paura che potesse esserci la madre, nei dintorni: «Non credo si tratti di un cucciolo che vive ancora con la mamma, è già piuttosto grande. Sarà stato quasi un metro al garrese, molto probabilmente già svezzato. Mi ha guardato e osservato con calma, io ho fatto altrettanto, sempre muovendomi con calma e andando avanti per la mia strada». Il testimone racconta che non è il primo incontro di questo genere, sulle pendici del Peller: «Mi è capitato di vedere l’orso un’altra volta, ma più distante. Qui gli avvistamenti sono normali come sopra Cles, nella zona di San Vito, dove una persona mi ha raccontato che un orso gli attraversa l’orto tutte le sere». Per il ciclista, l’incidente di lunedì è figlio di un comportamento non del tutto prudente: «Tutti sanno che in questo periodo bisogna restare sulla strada e non andare per boschi, allontanandosi dai sentieri, perché è probabile che ci siano mamme e cuccioli. E comunque, se l’orso avesse voluto uccidere, lo avrebbe fatto: ha una forza mascellare di 60 kg per centimetro quadrato, in grado di frantumare qualunque osso».

È per questo che in tanti contestano l’ordinanza di abbattimento emessa martedì dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Adriano Pellegrini, dell’associazione Pan-Eppaa, è sicuro che a Roma si stiano preparando a impugnarla e annuncia che sta cercando di organizzare un convegno per settembre a cui partecipi il ministro dell’Ambiente Sergio Costa insieme ad alcuni «veri esperti di gestione incruenta dei plantigradi», probabilmente canadesi. «Vorremmo cogliere l’occasione per proporre alcune modifiche al Pacobace»: tra queste, la previsione di sanzioni per comportamenti inappropriati, una nuova regolamentazione che preveda misure di prevenzione obbligatorie per gli allevatori e divieti di frequentare certe zone e in certi periodi. Misure che dovrebbero andare di concerto con una stabilizzazione della cosiddetta “squadra orsi” e con la pubblicazione quotidiana dei rapporti sul sito del Servizio foreste e fauna.

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