Ecco perché la morte di Mattia non è stata inutile

Affinché la morte di un giovane non sia stata vana oltre che atroce, straziante per la famiglia e per l’intera comunità.
E proprio la comunità si è messa in campo per dare risposte, importanti, a chi rischia di entrare nel baratro del cyberbullismo. Un fenomeno che ha spesso contorni indefiniti, difficili da decifrare per gli adulti e, quando si riesce a decifrarli, spesso è troppo tardi.

Ad inizio autunno la comunità della Val di Sole e in particolare quella di Ossana sono state colpite duramente dalla perdita di Mattia Bezzi. «Se la sua storia riuscisse a salvare anche un solo ragazzo ne sarei molto contento», disse il papà Guido Bezzi, che con grande forza e dignità ha raccontato proprio all’Adige la vicenda del figlio, creando le basi per una riflessione comune per mettere in pratica degli strumenti capaci di evitare altre tragedie come queste.

«Mi fa molto più male non parlarne. Per questo, fin dal primo giorno racconto quello che è successo a mio figlio. Voglio che il suo gesto abbia una motivazione, possa essere utile a qualcuno. Ne parlo con i genitori e con tutti quegli adulti che sono a contatto con i ragazzi. Devono sapere cosa può succedere ai loro figli in internet. Devono informarsi, parlarne, stare sempre attenti».
Grazie quindi alla disponibilità del papà e alla sensibilità del corpo dei Vigili del Fuoco volontari con il finanziamento dei Piani Giovani si è cercato di aiutare altri ragazzi che potrebbero trovarsi in pericolo a causa delle nuove tecnologie.

È nato così il percorso formativo “Educazione Digitale”. Organizzato a novembre dal Comune di Ossana, si è svolto con il sostegno di tutti i comuni e delle scuole dell’Alta Val di Sole.
Durante i tre incontri formativi, tenuti dalla psicologa Giulia Tomasi , si è approfondito il tema della conoscenza del mondo virtuale, dei suoi lati positivi e negativi e delle possibili buone pratiche per riconoscere i pericoli della rete e saperli gestire.
Il corso ha riscosso molto interesse, e ha visto la partecipazione di 40 persone tra genitori ed educatori.

In questi tre incontri si è parlato di tre temi: Pre-adolescenza e adolescenza: cosa succede quando giovani e giovanissimi vivono tra reale e virtuale? Com’è cambiato il mondo di ragazze e ragazzi con l’ingresso del virtuale nel reale? Quali sono i pericoli del virtuale? Come possiamo riconoscere i campanelli d’allarme e intervenire?
Da questo percorso non sono solo state formate 40 persone, ma sono stati progettati e stampati un segnalibro dedicato ai ragazzi (dalla quarta elementare alle superiori) e un vademecum dedicato ai genitori.
I materiali saranno distribuiti nelle biblioteche e dalle Scuole del territorio: istituto comprensivo Alta Val di Sole e Centro di Formazione Professionale di Ossana. Oltre al cartaceo, è possibile scaricare anche la versione digitale dal sito del Comune di Ossana nell’apposita sezione: Politiche Sociali Piano giovani.

L’assessore alle politiche giovanili del Comune di Ossana, Laura Marinelli , presentando i risultati di questo percorso, tiene in particolar modo a ringraziare a nome di tutta l’amministrazione, le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo materiale didattico, uno dei primi realizzati in Trentino. «Un ringraziamento va a Guido Bezzi per il suo coraggio e per il suo impegno a Ossana e in tutto il Trentino nel sensibilizzare adulti e ragazzi sul tema del cyberbullismo. E grazie ai vigili del Fuoco di Ossana e al suo comandante Antonio Bezzi , che hanno chiesto e stimolato un confronto su questo tema così emergente e delicato. Grazie anche a tutti i comuni, alla Comunità di Valle, alle Scuole e alle associazioni del nostro territorio e alla Polizia postale per la loro sensibilità e impegno nel creare reti sociali forti e solide dove nessun bambino, ragazzo o adulto si possa sentire solo».
Il vademecum si può scaricare dal sito del comune di Ossana, nella sezione Politiche Sociali Piano Giovani.

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