Il 22 settembre si voterà: referendum per il nuovo nome di Fondo, Castelfondo e Malosco

È il 22 settembre la data scelta dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore agli Enti locali, Claudio Cia, per il referendum consultivo nel quale i cittadini di Fondo, Castelfondo e Malosco torneranno alle urne dalle ore 8 alle ore 21 per scegliere una diversa denominazione del nuovo comune che nascerà il 1 gennaio 2020.
«Con quale dei seguenti nomi volete sia denominato il nuovo Comune?»: questo il quesito che gli elettori dei tre Comuni troveranno al momento del voto. Le due opzioni tra le quali scegliere saranno «Borgo d’Anaunia» e «Castel Fondo Malosco».
Sempre su proposta di Cia - informa una nota - la giunta regionale aveva infatti deciso nel mese di maggio di attivare la procedura prevista dal codice degli enti locali, che prevede la possibilità di indire un referendum consultivo sulla sola denominazione del nuovo comune, richiedendo ai consigli comunali di Castelfondo, Fondo e Malosco di proporre entro il termine di 30 giorni dal ricevimento della richiesta, una nuova denominazione - in luogo di quella «Alta Val di Non» - da sottoporre alle popolazioni interessate mediante referendum consultivo limitato alla sola denominazione. Il consiglio comunale di Malosco e quello di Fondo hanno proposto la denominazione di «Borgo d’Anaunia», mentre il consiglio comunale di Castelfondo propone la nuova denominazione «Castel Fondo Malosco». Con deliberazione del 19 luglio 2019, la giunta provinciale di Trento ha espresso parere favorevole su entrambe le denominazioni proposte dai consigli comunali.
Dal voto uscirà il nome che permetterà di superare l’ingarbugliata questione che riguardava esclusivamente la denominazione del nuovo comune.
L’assessore Cia ha infatti più volte ricordato come la fusione non fosse mai stata in discussione, essendo stata approvata nel referendum del dicembre 2016 a maggioranza dei votanti in tutti e tre i Comuni (Fondo 96.04%; Malosco 85.64%; Castelfondo 59.48%).
La data del referendum ha anche una forte carica simbolica dopo le durissime polemiche con scambi di accuse, ricorsi al Tar e altro promossi dai sindaci di Romeno, Ronzone e Cavareno a cui il nome Alta Val di Non non andava proprio giù.
Dopo lunghe vicissitudini, un emendamento di maggioranza promosso in consiglio regionale, veniva ammessa la possibilità di indire un nuovo referendum, tenendo per cosa fatta la fusione, quindi solamente per definire il nome alternativo ad «Alta Val di Non».
A inizio giugno i consigli comunali di Fondo e Malosco avevano approvato la denominazione «Borgo d’Anaunia», mentre quello di Castelfondo aveva optato per «Castel Fondo Malosco». Va detto che la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia ha osservato come sarebbe preferibile che le nuove denominazioni dei comuni nati da fusione siano più rappresentative del territorio di riferimento e non confondibili.
Infine una curiosità: in poco più di due anni, sarà la quarta volta che i cittadini di Malosco saranno chiamati al seggio per un referendum locale: tre per la fusione (le prime due bocciate per un paio di voti), ora per decidere il nome. Che sia in vista l’atto finale, è la speranza di molti.

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