Hotel Solaria all'asta per 8 milioni di euro

di Francesco Terreri

L’Hotel Solaria a Marilleva 1400 va all’asta giudiziaria il prossimo 24 ottobre al prezzo base di 8 milioni di euro.

L’offerta minima stabilita dal Tribunale di Trento è di 6 milioni con rilancio di 50 mila euro. Arriva così a un punto di svolta la vicenda dell’enorme complesso alberghiero della Val di Sole, al centro negli anni scorsi di una girandola di operazioni finanziarie e immobiliari che, tra l’altro, hanno portato sotto processo a Verona l’immobiliarista altoatesino Peter Paul Pohl e il commercialista trentino Marco Cozzio.

L’Hotel Residence Solaria, collocato nei pressi degli impianti e delle piste da sci, è strutturato su più livelli, ben 11 piani, e comprende l’albergo con 116 camere e 14 stanze-alloggi, circa 300 posti letto, hall, sale, uffici, area bar, sala ristorante, cucina, terrazze, locali di deposito, sala mensa, spazi coperti per parcheggio, nonché strutture accessorie tra cui piscina coperta, spogliatoi, teatro, palestra, nuovo centro wellness, campi da tennis.

La società proprietaria si chiama Lungomare srl, ha sede a Trento e fa capo alla Its srl ora in liquidazione, anch’essa con sede nel capoluogo, a sua volta di proprietà della società fiduciaria Fidimo srl di Milano, che scherma i veri proprietari. Alla fine di lunghi e complessi passaggi, che vedono protagonisti tra gli altri la Compagnia Italiana Turismo (Cit) e il gruppo Soglia, un patrimonio di sette strutture turistiche tra cui il Solaria passa nel 2010 alla Lungomare. La società in questi anni ha perso oltre 13 milioni di euro, riducendo il patrimonio netto sotto i 500 mila euro. Due delle strutture, nel torinese e a Catania, sono in condizioni di degrado e in vendita. Ora è arrivato alla cessione per via giudiziaria anche l’Hotel Solaria, gravato da un maxi pignoramento da 28 milioni 365 mila euro della banca tedesca Aareal Bank.

Tra le altre aste in calendario al Tribunale di Trento, il 12 settembre si terrà il secondo esperimento di vendita dell’attività di incantinamento e trasformazione delle uve, produzione e commercio di vini e spumanti e attività connesse di Opera Vitivinicola in Valdicembra srl, la cantina di Giovo fallita nel 2017 e poi coinvolta in un procedimento per bancarotta fraudolenta. I beni in questione, tra cui terreni e immobili, vanno all’asta al prezzo base di 1 milione 280 mila euro.

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