Santa Giustina, un lago dentro al lago Rossi a Sanzeno: «Idea con Melinda»

Un lago dentro il lago: un «secondo livello» di lago dentro il lago di Santa Giustina per avere più acqua e sfruttare il salto artificiale per fare irrigazione, ma magari anche energia. È questa la fantascientifica soluzione al problema acqua prospettata l'altra sera da Ugo Rossi al primo incontro della campagna elettorale, a Sanzeno.
Martedì sera a Casa de Gentili il presidente della Provincia ha ripercorso i passi avanti e i risultati conseguiti nel corso della legislatura iniziata il 27 ottobre 2013. Il presidente si è soffermato sulla recente variazione di bilancio, che ha previsto 9,3 milioni di euro per l'insediamento di giovani e gli investimenti all'interno delle aziende agricole e 6 milioni di euro per l'avvio del progetto «Acqua e agricoltura in Val di Non». 
«L'acqua ? ha detto Rossi ? è indispensabile per l'economia agricola della Val di Non ma anche per l'equilibrio ambientale, per questo è importante salvaguardare un deflusso minimo vitale che oggi in Val di Non non è garantito».
Rossi ha quindi spiegato come le soluzioni siano tante e come sia doveroso fare una ragionamento su costo e benefici insieme agli agricoltori e ai Consorzi.
Il presidente ha quindi lanciato l'ipotesi di creare un secondo livello all'interno del Lago di Santa Giustina, che secondo Rossi darebbe la possibilità di far defluire l'acqua «a caduta» per irrigare la parte bassa e la destra orografica della Val di Non.
«Questa soluzione ? ha spiegato Rossi ?, metterebbe tutti d'accordo ed eviterebbe il continuo prelievo da affluenti e corsi d'acqua in Val di Non. Ad oggi si tratta solo di un'ipotesi sviluppata con Melinda ma nelle prossime settimane saranno definiti i dettagli».
Sul tema è intervenuto anche il Vicepresidente del Consiglio regionale Lorenzo Ossanna, il quale ha sottolineato come il progetto del lago a doppio livello porterà ad una concreta risoluzione del problema. 
L'ottimismo del Patt, va detto, è compensato dalla prudenza ribadita ieri sull'Adige dall'assessore Mauro Gilmozzi, il quale ha fatto sapere che sul tema «nulla è stato ancora deciso».
L'idea allo studio dei tecnici è quella di realizzare una diga all'altezza del Ponte di Castellaz, ovvero il viadotto che collega Cles ai paesi della Terza Sponda. Sotto il ponte c'è una strettoia larga 20-30 metri, il cui sbarramento consentirebbe la creazione di un bacino ad una quota superiore rispetto al lago di 15 metri. Secondo le prime stime con il massimo invaso (lago a quota minima) la nuova centralina potrebbe produrre un milione di Kw all'anno, che consentirebbero di portare l'acqua in tutte le zone attualmente non coperte a caduta.
Se il progetto della seconda diga diventasse realtà il bacino che verrebbe creato riaprirebbe la partita sul tema dell'antibrina. Anche nei periodi più critici il Noce garantisce sempre una portata di 15 metri cubi al secondo, da una prima valutazione dei tecnici sembra che questo sia sufficiente per l'installazione di nuovi impianti.
Tutta la valle comunque sarebbe potenzialmente interessata dal progetto, i territori che non saranno raggiunti dalla caduta potranno infatti essere raggiunti attraverso i pompaggi. 
La seconda diga è solo una delle ipotesi sul tavolo della Provincia, anche se la più accreditata. Fondamentale in questa fase sarà il contributo dei Consorzi di Miglioramento Fondiario della Val di Non, i cui progetti sarebbero fortemente influenzati dalla realizzazione dell'opera. 
Fino ad ora non è ben chiaro quale sarebbe il costo, l'unica certezza è che andare in Val di Sole a prendere l'acqua attraverso tubazioni avrebbe un costo di circa 80 milioni di euro, sarebbero poi necessari alcuni bacini di accumulo. L'idea del doppio livello a Santa Giustina avrebbe il vantaggio di non richiedere la costruzione di nuovi bacini, dato che l'accumulo avverrebbe nel bacino naturale creato dallo sbarramento del lago.
Decisivo sarà poi l'apporto della Provincia, il Lago infatti è oggetto di concessione idroelettrica a Dolomiti Energia e solo l'ente provinciale può interloquire con la società per verificare la possibilità di limitare la concessione.

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