Agribirrifici, festival di tre giorni a Fondo

Sulla scia del successo di «Cerevisia», da venerdì 24 a domenica 26 novembre Fondo allarga lo sguardo alla birra artigianale agricola italiana. Il 24, 25 e 26 novembre, Palanaunia ospiterà «AgriBeer», evento a carattere nazionale che la Pro loco di Fondo dedica agli «agribirrifici», ovvero aziende agricole e birrifici che per produrre la propria birra utilizzano almeno il 51% delle materie prime coltivate in proprio, secondo un regolamento preciso.
Sette gli agribirrifici partecipanti alla kermesse: Birra di Fiemme (Daiano), Maso Alto (Masi Alti di Pressano), Bionoc’ (Mezzano) - tutti trentini - e poi Opificio Birrario (Crespina, Pisa), Il Luppolajo (Castel Goffredo, Mantova), La Diana (Siena) e Beltaine (Granaglione, Bologna).

Venerdì l’apertura con un «BeerTour» fotografico in Val di Non, una passeggiata fra i birrifici della valle con la premiazione delle immagini più riuscite.
Poi la cena a km zero che abbina piatti tipici anauni e birre agricole (25 euro a persona, 10 euro il menu bambini, prenotazioni alla Pro loco).
Sabato dalle 12 alle 2 di notte, e domenica dalle 12 a mezzanotte, le etichette presenti si potranno assaggiare negli stand degustativi. Non c’è biglietto: all’ingresso verrà consegnato il bicchiere versando la cauzione di 5 euro.

Ma il programma mette al centro anche i produttori: con l’evento si vogliono informare gli agricoltori nonesi interessati a produrre orzo e luppolo, diversificando le colture, mettendo in relazione gli attori della filiera.

Sabato 25, il programma prevede il laboratorio «Una birra per lo stivale» (degustazione di 5 birre agricole italiane di diverse regioni, per scoprire cereali e luppoli nazionali), dalle 12 alle 2 di notte. Domenica alle 15, il convegno finalizzato a delineare una filiera italiana della birra (percorso, comunicazione, sbocchi commerciali). Alle 17, poi, il laboratorio «Fenomeno birra agricola in Italia».
Ieri, alla presentazione di «Agribeer» nella sede di Coldiretti a Trento, il direttore Maurio Fiamozzi ha ricordato le grandi prospettive del settore e le nuove opportunità che offre alle zone di montagna, dove aziende anche frutticole o viticole possono diversificare la produzione affinché il reddito non sia monocolturale. Fiamozzi ha inoltre sottolineato l’importanza della tracciabilità del prodotto e della sua identificazione con il territorio in un’ottica di filiera che va costruita.

E sul territorio, in Val di Non, l’interesse c’è, ha spiegato Daniele Graziadei, sindaco di Fondo, ricordando che un gruppo di agricoltori si è detto interessato alla coltivazione del luppolo e dell’orzo, produzioni che possono essere destinate ai birrifici e che potrebbero essere avviate nelle zone dove non si pratica la frutticoltura. Per questo, ha spiegato, all’evento parteciperanno anche i produttori di orzo, oltre a quelli di ortaggi e dei cereali, da panificazione e da maltazione, accanto a chi produce sapori tradizionali come i salumi. Un fermento, quello dei birrifici, che coinvolge l’Associazione Artigiani: «È stata creata una categoria ad hoc per i birrifici - ha spiegato il presidente anaune Massimo Zadra - imprese a chilometri zero che portano opportunità occupazionali e indotto e che sono per noi motivi di orgoglio».

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