Tres, malga Rodeza riparte con una nuova gestione

di Guido Smadelli

Nuova gestione per Malga Rodeza: dopo un periodo di «interregno» la struttura – agritur, ristorantino estremamente accogliente, recentemente ristrutturata, posta lungo la fitta rete sentieristica della Predaia – è stata affidata dall’Asuc di Tres (proprietaria) all’Azienda agricola San Romedio, di cui è titolare Igor Rizzardi, società che già gestisce la Malga di Coredo ed il Solarium Predaia. Igor, con l’aiuto della compagna Adele Eccheli (brava cuoca) e di un paio di amici, garantisce ottimo e abbondante ristoro a prezzo equo ed accoglienza, partenza col piede giusto per prospettive future, dato che il contratto dura sei anni, automaticamente rinnovabile se le cose procederanno come dovuto.
 
«Siamo soddisfatti», commenta Stefano Zadra, presidente del Comitato Asuc, «Ed ottimisti per il futuro, dato che questi giovani sono partiti bene». Di problemi da risolvere comunque ne rimangono. La ristrutturazione della malga – per i confinanti di Vervò un «malghetto», un po’ di campanile non guasta – è ormai ultimata, mancano solo dei ritocchi finali. Ma questa struttura zootecnica, che in passato ospitava anche 90 capi bovini, ora ne può accogliere solo dieci. Il vasto pascolo negli anni è stato invaso dal bosco; c’erano sessanta ettari di prato, ora di «prato aperto» se ne contano solo sei. L’erba, per il bestiame, non manca: tra gli alberi ce n’è abbastanza per nutrire un ben più numeroso numero di capi, ma le norme non riconoscono il pascolo alberato… «Ora abbiamo in progetto la sistemazione di altri 11 ettari di pascolo, inizieremo i lavori in autunno, per finirli, salvo intoppi, a primavera dell’anno prossimo», afferma Stefano Zadra. «Già questo ci consentirà di ospitare in questa struttura un numero più che doppio di capi di bestiame, ma l’obiettivo è ovviamente più ampio». Cioè ripristinare quei 60 ettari di pascolo del passato, per riportare Malga Rodeza agli antichi fasti, ed ospitare un numero di bovini che consenta magari anche la lavorazione del latte in loco, come ormai avviene in buona parte delle malghe monticate. Idealmente, il progetto potrebbe essere condotto a termine entro il 2019, sempre salvo sorprese, dato che la burocrazia, oltre a causare costanti rallentamenti ad ogni progetto, è sempre in agguato.
 
«Crediamo che il nostro operato sia garanzia per la valorizzazione del territorio», sottolinea il presidente dell’Asuc. «E che gli attuali gestori siano diretti protagonisti di questa valorizzazione, stanno lavorando bene, certo che se qui potessero esserci 60 capi, anziché dieci come ora, sarebbe tutt’altra cosa».
Per intanto i primi passi – anni di lavoro – sono stati mossi, e Malga Rodeza è frequentata, nonché apprezzata, soprattutto dal consistente numero di escursionisti che decise di farsi una passeggiata verso il Corno di Tres, da dove si gode una vista a 360 gradi su valle dell’Adige, Val di Non e Dolomiti orientali ed occidentali. «La nostra Asuc non gode di fondi ingenti», conclude Zadra. «Abbiamo delle entrate, in buona parte derivanti da taglio del legname, chiaramente l’area a pascolo garantirebbe qualche ulteriore introito, non grandi somme, ma importanti per poter sistemare strade ed eseguire altri interventi a favore della comunità».

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