In pensione il «padre» dei servizi sociali

di Lorena Stablum

È in pensione dalla fine dell’anno, ma rimarrà, in forma gratuita, al suo posto di lavoro fino alla fine di febbraio, quando arriverà il suo successore. Troviamo Paolo Facchinelli, responsabile del servizio sociale della Comunità della Valle di Sole, ancora nell’ufficio dal quale per quarant’anni ha lavorato e collaborato per costruire quella rete di servizi per gli anziani, i minori e i disabili di cui oggi dispone il territorio solandro.
Con lui ripercorriamo le tappe di una carriera lunga 43 anni e, nel contempo, la storia dei servizi sociali.

«In 40 anni di storia dell’assistenza - commenta Facchinelli - posso dire che è stato un continuo andare avanti e indietro, tra riforme e controriforme delle leggi del settore e degli enti, su una linea, però, di crescita».
Nato a Trento nel 1953, Facchinelli nel 1976 è assunto dal Comune capoluogo di provincia come assistente sociale dopo aver conseguito il diploma: nel frattempo si laurea in Sociologia, lavora per un anno nel quartiere di San Giuseppe e nel 1978 diventa educatore professionale presso l’Agenzia provinciale per i minori. In valle ci arriva dopo aver vinto un concorso per assistente sociale.
«Mi sono trovato a dover scegliere se rimanere in Appm - ricorda Facchinelli - o se invece venire in Val di Sole. A questa valle io sono sempre stato affezionato. Il papà faceva il macchinista per la Trento-Malé e fin da bambino venivo con la mia famiglia a Cassana in villeggiatura. La realtà della valle l’ho vissuta fin da bambino. Mi ricordo ancora il profumo del fieno che ti accoglieva all’imbocco di Mostizzolo e quel meraviglioso mondo contadino».
Un mondo che, grazie al suo suo lavoro, ha potuto conoscere da vicino e seguirne l’evoluzione economica e sociale che lo ha profondamente modificato. «Ho avuto l’opportunità, oltre che di fare il lavoro per cui ho studiato, di essere parte attiva nella costruzione del servizio confrontandomi con i vari livelli di responsabilità - racconta ancora Facchinelli -. Allora il Comprensorio, voluto per avvicinare una Provincia che si vedeva come molto lontana dalla periferia, era agli inizi e ci accompagnava una forte idealità.
Erano gli anni ?70 quando si iniziarono a gettare le basi culturali per riformare e riorganizzare il mondo dell’assistenza. Ho vissuto un’epoca di grandi entusiasmi».

Gli anni '70 e '80 per la Val di Sole sono, quindi, l’epoca della realizzazione dei servizi con una visione unitaria di valle. Si guardava agli anziani - le competenze su bambini e disabili rimanevano ancora in capo alla Provincia - per i quali si creano servizi domiciliari. «Si portava il servizio all’interno di case che spesso erano degradate - continua Facchinelli -. La politica emanò anche importanti leggi sull’edilizia abitativa e favorì lo sviluppo del turismo. Fino al 1971 la valle viveva un importante fenomeno migratorio, che si è fermato solo grazie al turismo. Pian piano la valle si è trasformata.
Al servizio eravamo solo in due. Con Bruna Zanoni, abbiamo creato i pasti a domicilio, il telesoccorso, e portavamo in due turni al mare più di 200 anziani. Tutte iniziative che aiutavano a ritardare l’ingresso degli anziani in casa di riposo. Anche la famiglia stava cambiando. Erano anni pionieristici...
Per passare dal servizio sociale al servizio alla politiche sociali ci volle fino al 1991, quando poi ne diventai responsabile».
La Provincia allora delega le competenze sui minori e sull’handicap e si costruiscono il grosso dei servizi attuali grazie alla creazione di un servizio che oggi ha 6 assistenti sociali, 3 amministrativi e 23 unità di assistenti domiciliari e tutta una serie di servizi esternalizzati.
Con la riforma del 2006 nascono le Comunità di valle che oggi gestiscono le competenze sul sociale in forma diretta con un proprio budget.
«Oggi il grande problema della val di Sole - conclude Facchinelli - è la solitudine a tutti i livelli.
Si dovrà lavorare sempre di più sulla socialità, per creare luoghi di aggregazione e sulle dinamiche familiari».

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