Rivoluzione anaune: da 38 a 23 comuni

In cinque anni, drastico calo dei municipi

di Andrea Bergamo

Negli ultimi due anni e mezzo i cittadini di 21 Comuni della val di Non hanno dato il loro assenso ai progetti di fusione proposti dai consigli comunali. È scattata una vera «rivoluzione amministrativa», che entro il 2020 comporterà una sforbiciata importante al numero di municipi, destinati a diventare «appena» 23. Fino al 31 dicembre 2014 le realtà amministrative in Anaunia erano 38 e all’epoca sembrava impossibile metter mano alla mappa geopolitica locale.
 
A fare da apripista era stato il territorio della Predaia, dove nella primavera 2014 gli elettori si erano recati in massa alle urne per unificare Coredo, Smarano, Taio, Tres e Vervò. Solo un anno fa sono nati invece i Comuni di Ville d’Anaunia (Nanno, Tassullo e Tuenno), Contà (Terres, Flavon e Cunevo) e Amblar-Don. L’ultimo referendum in ordine di tempo si è tenuto domenica in Alta Anaunia, dove dal «matrimonio» tra Castelfondo, Fondo e Malosco tra tre anni nascerà il Comune di «Alta val di Non».
 
Il risultato della consultazione di domenica è andato oltre ogni più rosea aspettativa dei promotori, che solo pochi mesi fa avevano visto naufragare un progetto analogo che comprendeva anche Ruffré-Mendola. Un’iniziativa di «pace» in un territorio caratterizzato dagli scontri tra sindaci all’interno dell’Unione (una sorta di gestione associata dei servizi con tanto di presidente e giunta) che comprende Romeno, Cavareno, Sarnonico, Ronzone e Malosco.
Quest’ultimo paese spera ora di potersi svincolare dall’ente per avviare la riorganizzazione degli uffici in vista della fusione. Si tratta di movimenti scattati in seguito all’entrata in vigore della riforma degli enti locali, che favorisce le fusioni e propone l’alternativa della gestione associata ai «piccoli» comuni con meno di 5.000 abitanti. Va detto che nel corso dei mesi non sono mancati momenti di alta tensione.
 
Nell’ambito della Predaia potrebbe essere proposta prossimamente una nuova consultazione per l’ingresso di Sfruz e in Bassa Val di Non non è escluso che si torni a parlare di fusione tra Campodenno, Denno, Sporminore e Ton.
 
Al momento è fuori discussione un ragionamento di questo genere nell’ambito delle Maddalene, dove gli elettori di Bresimo e Rumo hanno affondato il progetto che comprendeva anche Livo e Cis. C’è poi l’Alta valle, dove Ruffré sarà tenuto a dialogare con l’Unione per avviare la gestione associata dei servizi, mentre sarà approvata a breve in consiglio comunale a Cles l’unione dei servizi con Dambel e Sanzeno, che sognano la fusione con Romeno.

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