Val di Sole, neve in ritardo. Così calano le presenze

di Fabrizio Torchio

Se a livello provinciale il bilancio complessivo dell’ultima stagione turistica invernale è positivo (+5,4% negli arrivi e +4% nelle presenze), nelle Valli di Sole, Pejo e Rabbi l’Istituto di statistica della Provincia indica nel suo rapporto presentato venerdì scorso un -4,5% nelle presenze alberghiere (-2,7% negli arrivi) e un -2,9% nelle presenze extralberghiere (-1,5% negli arrivi).
 
«Il calo del 4,5% - spiega il presidente dell’Apt Luciano Rizzi - è concentrato nel mese di dicembre, con un 25% circa in meno: è il mese nel quale andiamo a promuovere una settimana speciale free ski, basata ovviamente sulla neve, con skipass incluso, e per mancanza di neve sono mancate due settimane che tuttavia, in termini di fatturato, sono quelle maggiormente low cost. Ovviamente ogni calo preoccupa e tutti i numeri sono importanti - argomenta Rizzi - ma adesso noi andremo a lavorare sulla redditività, per cercare di alzarla. Quel dato è sempre antipatico ma non è preoccupante: partiamo sempre da una situazione rispetto alla quale fare numeri in più sarà sempre difficile. Partiamo da un’occupazione alberghiera molto alta»
 
I numeri dell’ultima stagione invernale in Val di Sole vedono 1.022.404 presenze in albergo - permanenza media di 5,4 giorni - delle quali 522.885 di turisti stranieri e 499.519 di italiani. 
«La politica sui prezzi e il valore del prodotto turistico sono aspetti sui quali stiamo già lavorando - continua Rizzi - e stiamo lavorando anche, e molto, sull’estate: abbiamo una valle molto ricca e i numeri sono mediamente inferiori al potenziale che abbiamo, inoltre per un cliente che è al 90% italiano c’è un’Europa in cui pescare. Quindi stiamo confezionando “scaffali” di enogastronomia, cultura, gli sport, il prodotto bike. È la mission che ha il nostro direttore». 
 
Il futuro del turismo invernale? «Folgarida Marilleva e il Tonale sono caroselli importanti e lo sci rimane fondamentale. La preoccupazione nostra è quella di far capire che c’è anche qualcosa d’altro. I dati dicono che un turista su quattro non scia e andiamo ad operare su questo, dalla cultura ai giochi per i bambini, al progetto di sentieristica battuta con 25 percorsi, ecc. Nella clientela invernale gli stranieri hanno ormai superato gli italiani e il primo mercato è la Polonia». 
 
Si parla molto di destagionalizzazione. Ci sono margini in Val di Sole? «È il ragionamento che stiamo facendo in questi giorni. Ci vuole un impegno complessivo, un accordo, il che vuol dire “aperto” per tutti. L’anno prossimo, nel 2017, vorremmo fare una settimana in più in settembre». 

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