Altanaunia, il presidente Fattor finisce nell'occhio del ciclone

L’Unione Altanaunia ha avuto un ruolo nel fallimento del referendum per la nascita del Comune unico di Alta val di Non? Il presidente Luca Fattor respinge con fermezza questa ipotesi, rilanciata dal sindaco di Malosco Walter Clauser in sede di consiglio, l’altra sera a Ronzone.
In aula, grida e toni accesi si sono levati già a inizio seduta, quando Fattor ha risposto all’interrogazione del consigliere Stefano Graiff riguardante il bollettino dell’Unione. Un giornalino che riporta la linea politica della «maggioranza» dell’ente sovracomunale, rappresentata da Romeno, Cavareno e Ronzone e nel quale si mettono in luce i risparmi ottenuti.

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Nell’interrogazione, Graiff ha evidenziato l’assenza sullo stampato di uno spazio dedicato a quanti osservano la realtà in modo differente, e così ha risposto il presidente: «Nei precedenti notiziari, i consiglieri non si sono avvalsi della facoltà di intervento e dunque stavolta si è proceduto sulla base di questa consuetudine. Si ritiene comunque che l’intervento dei consiglieri sia auspicabile, concordante o discordante con la linea «politico-amministrativa» dell’istituzione Unione Altanaunia. Solo il contraddittorio permette, infatti, una costruttiva democrazia». Nessuna facoltà di replica è stata poi concessa a Graiff e al sindaco di Malosco Walter Clauser, in quanto non prevista dal regolamento.

Trascorsi venti minuti, durante la discussione su una variazione di bilancio è stata la prima cittadina di Sarnonico Emanuela Abram a intervenuire, sostenendo di venire ingiustamente etichettata come «distruzionista»: «Ricordo che in occasione dell’assegnazione dell’incarico per l’uscita del giornalino, mi ero detta favorevole, purché i contenuti fossero rispettosi di tutte le parti. Per questo, quando mi è stata inviata la bozza, ho diffidato l’Unione dal diffondere il giornalino e dall’utilizzare lo stemma di Sarnonico». Fattor ha fatto dunque presente che al momento della nascita dell’Unione, durante la scorsa legislatura, le amministrazioni avevano messo a disposizione dell’ente dipendenti e stemmi: «Non è possibile disfare l’Unione; gli impegni assunti vanno rispettati».

La discussione si è quindi spostata sul progetto di fusione naufragato il 22 maggio scorso. «Complimenti per l’atteggiamento tenuto durante la campagna referendaria» ha affermato non senza ironia Abram, rivolta a Fattor. La sindaca ha ricordato il timore manifestato dagli amministratori che credono nell’Unione, secondo cui la fuoriuscita di Malosco avrebbe fatto tremare la stabilità dell’ente: «Vi siete permessi persino di definire “sciocchezza” quel progetto. Ma a quale titolo? Io mi sono ben guardata dall’intervenire in quel periodo, perché il dibattito doveva riguardare i soli Comuni coinvolti». E il sindaco Clauser: «Come fate a dormire sonni tranquilli dopo ciò che avete fatto? Vergognatevi per esservi schierati con i ragazzi di Ruffré, tanto da supportarli nella scrittura dell’opuscolo del fronte contrario alla fusione presso gli Uffici pubblico dell’Unione. Qualche ex amministratore ha persino distribuito nelle case quell’opuscolo...

Avete messo in ginocchio il paese dei Masi e spaccato l’Alta valle». Accuse respinte seccamente da Fattor, che ha sostenuto la necessità di unire l’Altanaunia sotto un unico ente. «Ci troviamo di fronte a un territorio drammaticamente disastrato, e a pagarne il prezzo sono le nostre comunità - sono state infine le parole di Graiff -. E’ il momento di fare un passo indietro».

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