Sfruz, le ragioni del no alla fusione

Dopo tante serate per il sì, eccone una per il no alla fusione dei comuni. A Sfruz, piccolo centro in odore di accorpamento all’ormai vasto Comune di Predaia, un gruppo di cittadini non è convinto della bontà della proposta di fusione, soprattutto guardando al «caso Smarano», dove la volontà popolare di tutelare delle aree dalla costante avanzata dell’agricoltura industrial-intensiva non ha trovato attuazione, a Trento prima, nel comune di Predaia (dove gli agricoltori sono in maggioranza) poi.

Domani (giovedì 19 maggio) alla sala polifunzionale alle ore 20.30, è in programma un incontro pubblico con la presenza del sindaco di Lona Lases Marco Casagranda, ovviamente della sindaca Elena Biasi che non ha mai celato le proprie perplessità, così come una parte del suo gruppo consiliare, e soprattutto di Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana, comune piemontese di 80 abitanti ai piedi del Monviso, che spiegherà come una realtà tanto piccola possa sopravvivere, e bene.

Come? Presto detto: gestione associata dei servizi con altri piccoli comuni, notevoli contribuzioni che giungono dall’Europa, e mantenimento comunque della propria autonomia. Conquistando dei premi: il «Vassallo», riservato ai piccoli comuni, ed ora anche il «Fare paesaggio».

Il «comitato del no» lamenta i grandi spazi concessi a quanti sostengono il sì alle fusioni, ritenendo che le voci contrarie, anche in occasione di dibattiti pubblici, vengono spesso ignorate. Con l’incontro in oggetto, il comitato intende far sentire la propria voce, auspicando che domenica il voto espresso dalla popolazione sia veramente «ragionato».

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